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SCIENZA

Perché non è un buon segno se l'acqua del mare sta diventando sempre più blu

Osservare il mare sempre più blu ha a che fare con il modo in cui la luce solare interagisce con la superficie dell'acqua: stavolta, però, c'entra il cambiamento climatico

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Negli ultimi anni, diversi ricercatori hanno notato un fenomeno curioso: in alcune regioni del pianeta, l’acqua degli oceani appare sempre più blu. A prima vista, potrebbe sembrare un segnale positivo, simbolo di purezza e bellezza naturale. In realtà, questo cambiamento cromatico racconta una storia molto diversa: quella di un ecosistema marino a rischio. Dietro l’intensificarsi del colore del mare, infatti, si nasconde una trasformazione profonda, legata agli effetti del riscaldamento globale e allo scioglimento dei ghiacciai.

Quando il colore del mare cambia: un segnale silenzioso

L’acqua del mare non è mai stata un’entità statica: il suo colore varia in base alla presenza di particelle, organismi viventi e, soprattutto, al modo in cui la luce solare interagisce con la superficie marina. Tuttavia, ciò che sta avvenendo oggi ha una portata completamente nuova. Con la progressiva perdita del ghiaccio artico, la luce penetra nell’oceano in maniera diversa.

Sotto il ghiaccio, le acque rimangono più fredde perché la superficie gelata riflette una grande parte della radiazione solare: è il cosiddetto effetto albedo, cioè la capacità di una superficie di riflettere la luce. Ma quando il ghiaccio scompare, viene sostituito da acqua liquida, che invece assorbe maggiormente le lunghezze d’onda del rosso e del verde, lasciando predominare la radiazione blu.

È così che il mare sempre più blu diventa un indicatore silenzioso ma potente della crisi climatica, rivelando cambiamenti profondi negli ecosistemi marini a rischio.

Come lo scioglimento dei ghiacci influenza la luce negli oceani

Lo scioglimento dei ghiacciai, accelerato dal riscaldamento globale, modifica l’equilibrio ottico delle acque. In particolare, cambia la distribuzione della luce nella zona eufotica, ovvero la fascia oceanica dove avviene la fotosintesi. Questa luce, una volta filtrata dal ghiaccio e dalla neve, prima offriva uno spettro più ampio e bilanciato di colori. Oggi, con il ghiaccio che arretra, predomina la radiazione blu nell’oceano, che attraversa meglio l’acqua ma risulta meno utile per molti organismi fotosintetici.

Il fragile equilibrio della fotosintesi marina

Tra le conseguenze meno visibili ma più serie della perdita di ghiaccio c’è l’impatto sulla fotosintesi marina. Le alghe microscopiche, principali organismi fotosintetici negli ecosistemi marini polari, dipendono da uno spettro luminoso specifico, filtrato da ghiaccio e neve.

Con l’aumento della radiazione blu dovuta allo scioglimento dei ghiacci, la luce diventa meno adatta ai loro pigmenti fotosintetici. Il risultato è una minore efficienza fotosintetica e un calo nella produttività biologica.

Questo compromette la catena alimentare marina e riduce la capacità degli oceani di assorbire anidride carbonica, amplificando l’effetto serra.

Blu non vuol dire sano: il paradosso degli oceani più limpidi

Un mare più blu può sembrare sinonimo di acque pulite, ma in realtà è spesso un segnale d’allarme ecologico. L’aumento dell’intensità cromatica degli oceani non è dovuto a una maggiore purezza, bensì alla scomparsa della vita marina microscopica. Con meno plancton e alghe fotosintetiche, si riducono i pigmenti e le particelle che normalmente assorbono o riflettono la luce. Il risultato? Acque più limpide, ma anche più povere di vita.

Questa perdita si ripercuote su tutta la catena alimentare marina: meno nutrimento per pesci, cetacei e uccelli. Ma ha anche un impatto sul clima globale, perché le microalghe contribuiscono alla produzione di ossigeno e al ciclo del carbonio, assorbendo CO2 dall’atmosfera. La loro diminuzione indebolisce uno dei più importanti regolatori naturali del clima terrestre.

Un cambiamento da non ignorare

Il colore sempre più blu del mare è un segnale concreto del cambiamento climatico e delle sue conseguenze sugli ecosistemi marini. Quella che può sembrare una trasformazione puramente estetica nasconde, in realtà, un problema ambientale urgente.

Comprendere perché l’acqua dell’oceano sta assumendo tonalità più intense significa riconoscere i delicati equilibri che regolano la vita sul pianeta. E se oggi quel blu ci appare affascinante, occorre chiedersi quale costo ambientale stiamo pagando.