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Una rana colombiana trovata tra le rose di Sheffield: l'allarme delle specie invasive

Una specie invasiva di rana proveniente dalla Colombia è stata scoperta attaccata a una pianta di rose venduta nel Regno Unito: è allarme per l'ecosistema

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Per puro caso è stato trovato un animale appartenente a una specie invasiva nascosto tra le rose importate dalla Colombia. Si tratta di un esemplare di rana particolare: l’episodio è riuscito a sollevare l’allerta in tutto il mondo sugli animali invasivi che possono danneggiare gli ecosistemi.

Una specie invasiva di rana a Sheffield

Una scoperta curiosa in un negozio di fiori di Sheffield ha sollevato allarme globale sulle specie invasive e i rischi associati al commercio internazionale di piante ornamentali. Una minuscola rana albero sudamericana, trovata viva tra le rose importate dalla Colombia, ha portato i ricercatori a riflettere sulla facilità con cui organismi esotici possono attraversare i confini senza essere rilevati.

L’episodio, inizialmente percepito come un evento straordinario, ha acceso i riflettori su un problema molto più ampio: il trasporto inconsapevole d’insetti, funghi e altre specie invasive attraverso il commercio florovivaistico globale.

Il dottor Silviu O. Petrovan, ricercatore presso il Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge, è stato coinvolto nell’identificazione della rana. Egli, all’inizio ha pensato a uno scherzo: una rana esotica trovata in un negozio di fiori britannico non è certo qualcosa di comune. Tuttavia, dopo un’analisi più approfondita, ha realizzato che il piccolo anfibio aveva viaggiato probabilmente dall’America Latina nascosto tra le rose.

Sono subito nati interrogativi importanti in merito alla difficoltà di rilevare organismi nascosti all’interno delle spedizioni di piante, specialmente considerando che insetti e funghi (minuscoli e difficili da individuare) rappresentano una minaccia assai significativa.

Il Regno Unito è particolarmente vulnerabile alle specie invasive introdotte tramite il commercio di piante ornamentali, un settore in continua crescita. Con l’aumento delle temperature e dell’umidità causato dal cambiamento climatico, le condizioni ambientali diventano sempre più favorevoli per l’insediamento di parassiti e patogeni esotici. Un esempio emblematico è il batterio Xylella fastidiosa, che ha già causato gravi danni agli uliveti in Europa e che potrebbe espandersi per via dell’importazione di piante quali lavanda o rosmarino. Altre specie invasive, come il calabrone asiatico e il fungo responsabile della moria dei frassini, hanno già messo a dura prova la biodiversità.

Una minaccia per gli ecosistemi: le soluzioni proposte dagli scienziati

Per comprendere meglio l’entità del problema, il team di Petrovan ha analizzato i dati relativi ai parassiti intercettati su piante ornamentali importate. I risultati hanno rivelato che oltre l’80% di essi erano insetti. Tuttavia, sono state rinvenute anche specie più grandi, come serpenti europei, gechi e rane. Per esempio, tra le spedizioni di ulivi ornamentali in Gran Bretagna, alcuni dei quali vecchi di oltre 100 anni e con numerosi nascondigli tra la corteccia e le radici, sono stati trovati serpi adulte e lucertole italiane. Nonostante le normative e i controlli doganali, la crescente quantità di piante e fiori in commercio rende quasi impossibile identificare tutti gli organismi trasportati.

Secondo il professor William Sutherland, anch’egli coinvolto nello studio, è impensabile riuscire a controllare efficacemente spedizioni di milioni di fiori o piante, specialmente quelle provenienti da paesi con climi molto diversi. Se animali visibili come serpenti e lucertole riescono a passare inosservati, il rischio che parassiti più piccoli e distruttivi facciano altrettanto è estremamente alto. Tutto ciò si pone come una minaccia seria per l’agricoltura, gli ecosistemi naturali e la salute delle piante locali.

Il problema non riguarda solo il Regno Unito. Il commercio di piante decorative è un settore d’importanza economica globale, che crea posti di lavoro e sostiene le economie rurali in molti Paesi. Pertanto, gli esperti evidenziano la necessità di bilanciare la protezione della biodiversità con la salvaguardia del commercio. Invece di misure drastiche, che potrebbero avere effetti negativi sull’economia, gli scienziati suggeriscono l’implementazione di regolamenti più stringenti e certificazioni che rendano il settore maggiormente sostenibile.

Tra le proposte vi sono controlli più rigorosi sulle spedizioni e una maggiore collaborazione tra le diverse nazioni per sviluppare sistemi di tracciabilità efficaci. Inoltre, la sensibilizzazione del pubblico e degli operatori del settore è cruciale per comprendere i rischi associati alle specie invasive e come mitigarli. Solo con un approccio coordinato e consapevole si potrà ridurre il loro impatto senza compromettere un settore economico vitale. La biodiversità globale è un patrimonio prezioso ma fragile, e richiede un impegno collettivo per essere protetta.

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