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I primi Paesi al mondo ad avere perso tutti i ghiacciai: l'allarme

Venezuela e Slovenia sono i primi Paesi al mondo che stanno sperimentando l'estinzione dei ghiacciai: conseguenze e scenari futuri

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Venezuela e Slovenia sono le prime nazioni al mondo a ritrovarsi senza ghiacciai e, purtroppo, stando alle previsioni degli esperti, non saranno di certo le ultime. Il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature, ormai, sembrano inevitabilmente condurre verso un punto di non ritorno a livello globale.

Inoltre, ciò che si rivela davvero allarmante, è che tutto questo potrebbe avvenire in pochissimi anni. L’Intergovernamental panel on climate change (Ipcc) avverte: entro questo secolo si estingueranno fino al 36% dei ghiacciai presenti nel mondo. Al momento, tra le zone più esposte ci sono l’America Latina e anche l’area Centroeuropea.

La situazione dei ghiacciai in Sudamerica ed Europa

Lo scioglimento dei ghiacciai in America del Sud è sempre più rapido. In particolare, stando a quanto sostiene il climatologo Maximiliano Herrera, esperto di condizioni meteorologiche estreme, il ghiacciaio di Humboldt, in Venezuela, si è già ridotto a un’estensione di appena 0,02 chilometri quadrati, quando la soglia convenzionalmente accettata per considerare un ghiacciaio “morto” è 0,1 chilometri quadrati.

Noto anche con il nome La Corona, si tratta dell’ultimo ghiacciaio presente in Venezuela dopo che nel 2011 sono scomparsi gli altri cinque ammassi appartenenti alla catena montuosa della Sierra Nevada de Mérida.

Fino a qualche tempo fa il pensiero condiviso dagli studiosi era che l’Humboldt si sarebbe mantenuto per un’altra decina d’anni ma, dopo che nel Paese si sono registrati diversi mesi con temperature superiori di ben tre o quattro gradi rispetto alla media stagionale, il processo di liquefazione si è notevolmente accelerato.

Non vanno meglio le cose in Europa centrale. I massicci della Slovenia Triglav e Skuta, attualmente, hanno una superficie sempre più risicata, tant’è che gli esperti li considerano sotto la soglia del punto di morte, il primo già dal 1986 e, addirittura, dal 1969 il secondo. Compresi nella catena delleAlpi sud-orientali, si trovano rispettivamente a circa 2500 e a 2020 metri sopra il livello del mare: come sostiene il geografo Miha Pavšek dell’Anton Melik Geographical Institute, proprio la loro scarsa altitudine li rende maggiormente esposti alle conseguenze del cambiamento climatico e delle temperature elevate.

Conseguenze e rischi 

In Venezuela, il governo ha deciso d’installare una sorta di coperta termica per contrastare lo scioglimento dell’Humboldt: tuttavia, molti esperti in materia sostengono che si tratta di un accorgimento inutile. Non resterebbe, dunque, che accettare il problema e pensare direttamente alle conseguenze della scomparsa dei ghiacciai.

A estinguersi, infatti, saranno anche alcuni habitat ed ecosistemi unici nel loro genere, dunque aree d’interesse culturale deputate ad attività turistiche e alpinistiche. La perdita dei ghiacciai, insomma, avrà anche una ripercussione sull’economia locale, come sostiene Caroline Clacson dell’Università britannica di Durham.

Non finisce qui: studiando il comportamento delle conformazioni europee di Triglav e Skuta si è arrivati alla conclusione che esse hanno perso due delle caratteristiche principali di un ghiacciaio, cioè il movimento e la presenza di crepacci glaciali.

Gli effetti per le comunità costiere sudamericane e slovene potrebbero essere molto pericolosi, poiché si andrebbe verso un innalzamento del livello delle acque del Mar Nero e del Mar dei Caraibi. In particolare, in Slovenia i ghiacciai potrebbero sparire entro il 2030 rendendo il suolo esposto all’erosione, senza la copertura offerta dal ghiaccio, quindi molto instabile per chi si avventura in percorsi alpinistici. Infine, non va trascurato il problema dell’approvvigionamento di acqua potabile presso i rifugi situati nelle adiacenze dei ghiacciai stessi.

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