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Allarme peste d'acqua in Italia: cos'è, cosa sappiamo e quali i rischi

Sta contaminando alcuni bacini idrici italiani, ed è un vero pericolo per l'ecosistema: ecco che cos'è la peste d'acqua, dove è arrivata e quali sono i rischi.

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Pontile su un lago Fonte foto: iStock

Le acque italiane continuano ad essere a rischio, a causa della contaminazione da parte di specie aliene che mettono in pericolo il nostro delicato ecosistema. Stavolta è allarme per la peste d’acqua, una pianta di origine americana che sta infestando i bacini idrici del nord, causando gravi problemi. Scopriamo qualcosa in più su questo preoccupante fenomeno.

Che cos’è la peste d’acqua

Proprio mentre lungo le coste italiane cresce la preoccupazione per la diffusione del granchio blu, è nelle acque dell’entroterra che scatta l’allarme per una nuova specie aliena, questa volta vegetale, che sta contaminando diversi bacini idrici. Si tratta della Elodea nuttallii, più conosciuta come peste d’acqua: è un’alga originaria del nord America, dove la si può trovare sul fondo dei laghi e dei fiumi. Questa non è la prima volta che arriva in Italia, dal momento che è già stata avvistata in Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige. Mentre, in precedenza nello stesso anno, ha fatto capolino lungo il Po, nei pressi di Torino.

Dove si è diffusa

Ora la peste d’acqua ha contaminato un’altra zona italiana: si tratta del lago Maggiore, a cui è arrivata attraverso il corso del fiume Toce, il suo principale immissario che nasce nella val Formazza. E sta pian piano raggiungendo tutti i corsi d’acqua che si trovano nei dintorni, suscitando grande preoccupazione per l’ecosistema. Secondo gli esperti, si sarebbe diffusa a causa dello svuotamento degli acquari casalinghi: questa alga, infatti, viene spesso utilizzata come ornamento, vista la sua grande capacità di adattamento e la sua resistenza.

La Elodea nuttallii prolifera soprattutto nelle acque più calde, quindi il rischio di diffusione è aumentato proprio nel periodo estivo. Ed essendo aliena, ovvero sconosciuta ai nostri ecosistemi, è in grado di procurare notevoli problemi alla flora autoctona. Inoltre, non è così facile estirparla una volta che ha preso il sopravvento: gli esperti dell’ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore sono all’opera già da mesi per combattere la peste d’acqua, e avvisano su quali sono i pericoli per l’ambiente.

Quali sono i rischi

Il rischio principale è che la pianta possa pian piano diffondersi così tanto da sottrarre preziose sostanze nutritive alla flora locale, danneggiando profondamente l’ecosistema – al punto tale da soppiantare la vegetazione tipica delle zone lacustri e fluviali italiane. Un problema da non sottovalutare è la difficile rimozione della peste d’acqua. Gli esperti hanno infatti spiegato che, qualora riconoscessimo in un’alga la Elodea nuttallii, sarebbe meglio evitare di toccarla. Non perché rappresenti un pericolo per la nostra salute, bensì perché c’è il rischio di peggiorare la situazione, se non la si sa rimuovere correttamente.

Come è possibile? Estirpando la pianta in maniera sbagliata è possibile che alcuni piccoli frammenti finiscano per essere trasportati dalle acque anche in zone molto lontane, dove per la Elodea nuttallii non sarebbe difficile trovare l’habitat perfetto per riprodursi nuovamente, crescendo in modo incontrollato. Soprattutto in estate, persino dove il problema della siccità continua a funestare il nostro Paese. Il consiglio, dunque, è quello di lasciar stare la peste d’acqua e contattare chi di dovere, così che gli esperti possano intervenire in maniera sicura.

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