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SCIENZA

Un'anomalia sulla luna di Giove sta ossessionando gli scienziati

La terza luna di Giove, Io, è caratterizzata da una curiosa anomalia che sta tenendo con il fiato sospeso gli astronomi di tutto il mondo

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Dei tanti pianeti che compongono il nostro sistema solare, Giove è uno di quelli che tiene maggiormente col fiato sospeso gli astronomi. Non mancano certo le missioni ad hoc messe a punto da NASA ed ESA, anche se le agenzie spaziali devono ancora venire a capo di alcuni misteri non semplici da risolvere.

Uno di questi ha a che fare con Io, vale a dire la terza luna più grande dell’oggetto celeste in questione. C’è un’anomalia che non poteva non affascinare gli scienziati in relazione a questo satellite. Anzitutto, Io è costantemente protagonista di una sorta di “danza” pressurizzata. Inoltre, è straordinariamente attiva dal punto di vista vulcanico.

Le eruzioni vulcaniche nei pressi di Giove

La composizione minerale di questa luna di Giove viene attratta e sospinta di continuo dalla gravità. Di conseguenza si crea tantissimo calore per attrito e soprattutto in profondità. La superficie di Io non può che essere dunque caratterizzata da un vulcano dopo l’altro e da colate che hanno modificato la superficie. Nonostante il sorvolo da parte di veicoli spaziali a volo ravvicinato negli ultimi decenni, tra cui le missioni Voyager 1 e Galileo, l’osservazione costante dalla Terra non è così semplice come si potrebbe immaginare. Di recente, gli astronomi si sono accorti comunque che la nube di gas attorno al pianeta si riferisce a un tipo di eruzione diversa, molto più potente e persistente.

Secondo quanto riferito dagli esperti, le ultime novità sono a dir poco emozionanti. In effetti, si tratta della piena dimostrazione che Io è uno dei corpi con maggiore presenza di energia di tutto il sistema solare. Questo vuol dire che non si saprà mai come apparirà una volta acceso il telescopio. Le analisi attuali sono fondamentali per comprendere meglio il satellite di Giove, in particolare grazie al contributo della sonda Juno della NASA che si trova in questa zona dell’Universo dal 2016. Le eruzioni vulcaniche di Io sono quanto di più di incredibile si possa ammirare nello spazio.

Il campo magnetico di Giove

Si sta parlando di eventi dalle forme e dalle intensità molto diverse tra loro, con temperature massime che possono superare i 2500 gradi Fahrenheit. Quando tutto questo calore va a “incontrare” il freddo, le molecole dell’anidride solforosa e del sodio si spargono nell’area circostante. Le eruzioni più esplosive possono persino causare getti di lava per circa un chilometro nello spazio. Le molecole già citate vanno poi a formare una sorta di ciambella che si raccoglie nel campo magnetico di Giove. A fare la differenza nelle osservazioni è stato soprattutto un dispositivo.

L’approccio scientifico in questo senso è cambiato quando si è scelto di utilizzare lo Input/Output (IoIO) del Planetary Science Institute, in Arizona. Invece che utilizzare la luce infrarossa, questo strumento ha letteralmente bloccato la luce proveniente dal pianeta, misurando il gas che lo circondava. Gli infrarossi hanno consentito finora di indicarci il luogo esatto in cui i vulcani di Io eruttano, mentre con il dispositivo in questione si può capire quanto la stessa eruzione sia potente dal punto di vista chimico. Il lavoro degli astronomi in questo ambito è soltanto agli inizi, l’impressione è che nei prossimi anni ne vedremo delle belle.