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Sono apparse su Marte, è mistero: cosa potrebbero essere

Marte riserva sempre sorprese incredibili, come ben testimoniato dalle dune circolari che l'MRO della NASA ha immortalato di recente

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C’è poco da fare, quelle che sembrano essere delle certezze per quel che riguarda il pianeta Marte nel giro di poco tempo possono cambiare completamente. Si sa ad esempio che in questa zona dell’Universo le dune sono un dettaglio caratteristico dei paesaggi, ma quelle scoperte di recente hanno lasciato gli scienziati a bocca aperta.

Vale la pena ricordare come le stesse dune marziane di sabbia possano avere le forme e le dimensioni più diverse, ma negli ultimi giorni il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) si è ritrovato di fronte dei cerchi quasi perfetti. Subito dopo la scoperta sono state formulate le ipotesi di ogni tipo per cercare di capire quanto notato nel pianeta

La speciale fotocamera che ha immortalato le dune

L’MRO è arrivato su Marte nel lontano 2006, ma in questi 17 anni non aveva mai immortalato dune del genere. Il merito della nitidezza delle immagini è tutto di uno strumento, vale a dire High Resolution Imaging Science Experiment (noto anche con la sigla HiRISE). Si tratta di uno dei sei strumenti a bordo del dispositivo approntato dalla NASA, con la speciale fotocamera che viene gestita dall’Università dell’Arizona. Tra i suoi pregi c’è la capacità di riprendere fino a 30 centimetri per singolo pixel, l’ideale per scandagliare la superficie di Marte in ogni minimo particolare.

Le dune circolari del pianeta rosso sono state fotografate a una latitudine di 42,5 gradi e una longitudine di 67 gradi, con una leggera asimmetria e la parte più bassa che presenta delle vere e proprie pareti di scivolamento, molto ripide a dire il vero. Non è un dettaglio da trascurare, visto che significa che la sabbia di Marte tende a spostarsi verso Sud, anche se la direzione dei venti può sempre cambiare. Lo scatto mostra le dune in questione ancora coperte di brina, con gli ultimi effetti del tardo inverno marziano che si sono fatti sentire in maniera evidente.

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Le altre dune da approfondire

Gli scienziati non hanno potuto non scomodare gli studi degli anni passati in cui è stata tirata in ballo l’era glaciale che ha caratterizzato la calotta polare settentrionale di questo pianeta. In particolare, si è presa a riferimento una ricerca basata sulle immagini raccolte dallo Shallow Radar (Sharad), altro strumento che impreziosisce il già citato MRO. Le dune circolari dovranno ora essere esaminate con la massima attenzione, tenendo anche conto del fatto che le immagini si riferiscono soltanto a uno dei 60 siti marziani monitorati dagli strumenti progettati dalla NASA. Qualche risultato concreto è comunque già stato raggiunto e non può lasciare indifferenti in previsione delle future missioni.

Ad esempio, le immagini di cui si sta parlando hanno permesso a ingegneri, astronomi e ricercatori di comprendere quanto velocemente le dune si muovano sulla sabbia. Il calcolo non è stato complicato: le dune circolari si muovono sfiorando il metro per anno marziano (composto da 687 giorni terrestri per intenderci). La scoperta ha dato tra l’altro nuova linfa all’MRO: questo veicolo spaziale, infatti, avrebbe dovuto concludere la propria missione nel 2010, dunque ben 13 anni fa, ma continua a rivelarsi utile per moltissimi aspetti che riguardano il pianeta rosso.

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