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Asteroidi in rotta di collisione con la Terra: come individuarli con le nuove tecnologie

Come le nuove tecnologie possono essere utili nell'individuazione di asteroidi in collisione con la Terra: dai telescopi di ultima generazione alle missioni NASA

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La minaccia degli asteroidi in rotta di collisione con la Terra è reale, più di quanto il cinema possa immaginare.

Fortunatamente, due telescopi sono pronti per aumentare la vigilanza e la nostra sicurezza.

Gli asteroidi in rotta di collisione con la Terra

La realtà, spesso, supera la fantasia degli sceneggiatori, anche di quelli di film di successo come Don’t look up, commedia catastrofica con Leonardo Di Caprio. Infatti, sembra proprio che l’eventualità di un asteroide di grandi dimensioni, pronto a impattare con la Terra, non sia tanto remota.

L’ingegno dell’uomo, per fortuna, è riuscito a progettare e realizzare due telescopi di nuova generazione, pronti per entrare in funzione aumentando la nostra sicurezza contro questa eventualità.

Un recente episodio ci ricorda quanto sia importante monitorare lo spazio: lo scorso 4 settembre, un asteroide è stato avvistato in rotta verso la Terra, con un impatto previsto in sole dieci ore. Il destino è stato benevolo stavolta, e il corpo celeste, di circa un metro di diametro, si è disintegrato nell’atmosfera, illuminando il cielo con una scia di luce verde-blu, senza causare danni.

Gli asteroidi di piccole dimensioni entrano spesso nell’atmosfera terrestre e, generalmente, non rappresentano un pericolo. Tuttavia, non ci vuole molto affinché un oggetto spaziale diventi una minaccia concreta. Un asteroide di circa 20 metri potrebbe, ad esempio, generare un’onda d’urto in grado di rompere finestre e scaraventare le persone al suolo. Se, invece, la sua lunghezza fosse di 50 metri, potrebbe devastare una città, causando danni strutturali gravi e numerose vittime. Asteroidi di 140 metri riuscirebbero a raggiungere la superficie terrestre, scavando crateri profondi e annientando intere metropoli.

Per miliardi di anni, il nostro pianeta è stato esposto a tali pericoli cosmici senza difese. Tuttavia, oggi abbiamo strumenti scientifici avanzati per proteggerci da certe minacce. Questo campo di studi, chiamato “difesa planetaria“, coinvolge scienziati e ingegneri che monitorano costantemente lo spazio, alla ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi.

Nei prossimi anni, due nuovi telescopi di ultima generazione rivoluzioneranno questa attività, aumentando significativamente la capacità di individuare oggetti spaziali pericolosi, che finora ci sono sfuggiti.

La difesa planetaria

La difesa planetaria si articola in due principali approcci: il primo è offensivo e mira a deviare o distruggere asteroidi in rotta di collisione con la Terra. Nel 2022, la NASA ha condotto il primo esperimento di difesa planetaria nella storia. Con la missione DART (Double Asteroid Redirection Test), un veicolo spaziale senza equipaggio è stato fatto schiantare contro un asteroide innocuo per verificare se fosse possibile modificarne la traiettoria. L’esperimento ha avuto successo, dimostrando che un corpo abbastanza grande da distruggere una città potrebbe essere deviato prima che arrivi a colpire la Terra. Tuttavia, questa tecnica ha un limite: possiamo deviare solo ciò che riusciamo a individuare.

Ecco perché il secondo approccio della difesa planetaria è fondamentale: monitorare costantemente il cielo per individuare asteroidi potenzialmente pericolosi. Al momento, la sicurezza del nostro pianeta si basa principalmente sull’astronomia ottica, che utilizza telescopi per rilevare la luce solare riflessa dagli asteroidi.

Questo metodo è efficace, soprattutto per gli elementi di grandi dimensioni, come quelli di un chilometro o più, che potrebbero causare catastrofi planetarie, ma non basta. Si stima che ci siano circa 14.000 asteroidi vicini alla Terra, abbastanza grandi da distruggere una città, ancora da scoprire.

Per affrontare le lacune, sono in arrivo due strumenti rivoluzionari. Il primo è il telescopio della missione NEO Surveyor della NASA, progettato per individuare la maggior parte degli asteroidi pericolosi rimasti nascosti. Entro dieci anni dal suo lancio, si prevede che NEO Surveyor sarà in grado di individuare il 90% degli asteroidi di medie dimensioni ancora sconosciuti, quelli che potrebbero causare devastazioni su larga scala.

La missione ha affrontato numerose difficoltà durante la sua fase di sviluppo, poiché ha dovuto competere con altri progetti spaziali dedicati esclusivamente all’esplorazione scientifica. La sua innovazione sta nell’utilizzo della tecnologia a infrarossi per rilevare il calore emanato dagli asteroidi, anziché basarsi esclusivamente sulla luce riflessa, metodo che presenta notevoli limiti.

I telescopi ottici, infatti, spesso confondono asteroidi piccoli e brillanti con quelli più grandi e opachi, rendendo difficile determinare la loro effettiva dimensione. Inoltre, molti corpi potrebbero essere nascosti nel bagliore del sole, e i telescopi terrestri non riescono a individuarli.

Il NEO Surveyor aggirerà questi problemi: collocato lontano dalla Terra, con uno scudo solare per mantenere la sua temperatura estremamente bassa, sarà in grado di rilevare asteroidi anche se occultati.

Grazie a queste nuove tecnologie, si spera che la difesa planetaria possa compiere un passo avanti decisivo, rendendo il nostro pianeta più sicuro.

 

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