Avvistati due nuovi buchi neri: "Sono più vicini alla Terra di qualsiasi altro"
Gli astronomi hanno rilevato la presenza di una nuova famiglia di buchi neri con delle caratteristiche piuttosto particolari: sono vicinissimi alla Terra.
Gli astronomi hanno scoperto l’esistenza di una nuova famiglia di buchi neri, grazie ai dati della missione Gaia dell’ESA sul tracciamento di alcune stelle. Notando che alcune di queste “oscillavano” in modo anomalo, come se fossero influenzate in qualche modo dalla presenza di oggetti massicci invisibili, sono giunti all’unica conclusione possibile. Una scoperta ancor più sorprendente se si pensa che, come si legge sul sito dell’Agenzia Spaziale Europea, si tratta dei buchi neri più vicini alla Terra che siano mai stati rilevati.
Scoperta una nuova famiglia di buchi neri
I buchi neri sono gli oggetti spaziali più misteriosi e affascinanti di sempre e non è un caso se negli ultimi anni siano stati (e siano ancora) protagonisti di alcune scoperte sensazionali. L’ultima condivisa dall’Agenzia Spaziale Europea e avvenuta grazie al lavoro di Kareem El-Badry, ricercatore presso l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics negli Stati Uniti e il Max-Planck Institute for Astronomy a Heidelberg in Germania, ne è proprio una dimostrazione.
El-Badry e il suo team di astronomi ha analizzato a fondo i dati raccolti dal satellite Gaia dell’ESA, missione spaziale che sta fornendo negli anni informazioni sempre più precise e dettagliate a proposito delle stelle, della loro posizione, della luminosità e soprattutto del loro movimento. In una parola astrometria, una tecnica che consente di tracciare i corpi celesti in movimento, in particolare il moto delle stelle, a partire dalla loro posizione nel cielo.
È grazie a questi dati e a questo metodo che gli astronomi hanno scoperto l’esistenza di una nuova famiglia di buchi neri. Si sono accorti che, in sostanza, alcune stelle oscillavano in modo anomalo, come se fossero influenzate dalla forza di gravità di oggetti massicci vicini. L’unico problema è che, almeno in apparenza, non vi era assolutamente nulla che potesse giustificare tali oscillazioni. È a quel punto che hanno cominciato a cercare qualsiasi indizio o oggetto che potesse avere rilevanza in tal senso, ma niente: non vi era alcuna traccia di luce. Soltanto dei buchi neri “invisibili” potevano giustificare l’oscillazione di quelle stelle.
Gaia BH1 e Gaia BH2, i buchi neri più vicini alla Terra
I due “mostri” invisibili sono stati denominati Gaia BH1 e Gaia BH2 e si trovano rispettivamente a 1560 anni luce di distanza in direzione della costellazione dell’Ofiuco e a 3.800 anni luce di distanza nella costellazione del Centauro. In parole povere, sono i più vicini alla Terra che siano mai stati rilevati, almeno finora.
Gli oggetti massicci in questione hanno delle particolarità piuttosto rilevanti, oltre alla breve distanza dal nostro Pianeta, che è già quanto dire. Come ha spiegato Kareem El-Badry nel suo studio: “Ciò che distingue questo nuovo gruppo di buchi neri da quelli che già conoscevamo è la loro ampia separazione dalle loro stelle compagne. Questi buchi neri probabilmente hanno una storia di formazione completamente diversa rispetto alle binarie a raggi X”. Significa che la distanza delle stelle dal buco nero e le orbite delle stelle che li circondano sono molto più lunghe rispetto ad altri sistemi binari noti di buchi neri e stelle.
Passa il tempo, si affinano le tecnologie e i metodi di studio degli oggetti spaziali e i risultati non smettono di sorprenderci. Anche i buchi neri hanno ancora molto da dirci, come dimostrano i due nostri inaspettati “vicini” la cui rilevazione non è stata affatto semplice. La buona notizia è che Gaia può ancora fornire molti nuovi dati ed entro il 2025 di certo sarà possibile rilevare nuovi oggetti massicci “invisibili” come Gaia BH1 e Gaia BH2.