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SCIENZA

Scoperto un nuovo buco nero che potrebbe nascondersi nell'ammasso stellare Omega Centauri

C'è forse un buco nero che si nasconde al centro di Omega Centauri, nella nostra galassia: gli scienziati hanno scoperto alcuni indizi che supportano questa teoria.

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Buco nero Fonte foto: 123RF

I buchi neri rappresentano ancora un grande mistero per gli scienziati, in particolar modo quelli di dimensioni intermedie: mentre i buchi neri supermassicci e quelli grandi appena come una stella sono ben noti, la categoria che si trova tra queste due rimane pressoché sconosciuta. Ora gli scienziati potrebbero avere tra le mani dei dati che dimostrerebbero l’esistenza di un buco nero di questo tipo, il quale sarebbe addirittura nella nostra galassia. Scopriamo qualcosa in più.

Cosa sono i buchi neri intermedi

Questi misteriosi corpi celesti possiedono proprietà davvero molto interessanti, che da anni sono oggetto di studio da parte degli astronomi. I buchi neri possono essere classificati in base alla loro massa: quelli forse più famosi sono i buchi neri supermassicci, che sono pari a milioni di volte la massa del Sole e si trovano al centro di quasi tutte le galassie da noi conosciute. Se vi state chiedendo se anche la nostra Via Lattea ne abbia uno, ebbene la risposta parrebbe essere positiva: si tratta di Sagittarius A*, una sorgente di onde radio molto luminosa che per gli scienziati rappresenta l’oggetto attorno al quale tutte le stelle della galassia compiono il loro moto di rivoluzione.

Sono poi ben noti i buchi neri stellari, che hanno una massa pari a circa 10-30 volte quella del Sole: si formano dal collasso gravitazionale di una stella massiccia, attraverso l’esplosione che chiamiamo supernova. Infine, ci sono dei corpi celesti ancora quasi sconosciuti che dovrebbero posizionarsi tra le altre due categorie appena viste, i buchi neri intermedi. Questi dovrebbero avere una massa compresa tra le 100 e le 100.000 volte quella del Sole, ma non sono ancora mai stati esaminati davvero. L’unica prova della loro esistenza è il rilevamento di onde gravitazionali prodotte dalla fusione di due buchi neri.

Gli indizi della presenza di un buco nero in Omega Centauri

Ora potremmo trovarci davanti ad un nuovo indizio dell’esistenza di buchi neri intermedi: gli scienziati del Max Planck Institute for Astronomy di Heidelberg, in Germania, hanno analizzato più di 500 immagini raccolte dal telescopio spaziale Hubble, le quali ritraggono l’ammasso stellare di Omega Centauri. Quest’ultimo, situato all’interno della nostra galassia e a circa 180.000 anni luce dal Sistema Solare, contiene ben 10 milioni di stelle. Lo studio, pubblicato su Nature, ha ricostruito il movimento di oltre 150.000 stelle, scoprendo qualcosa di insolito.

Se la maggior parte di loro si muoveva come previsto dai classici modelli teorici, alcune erano ben più veloci di quanto ci si potesse mai aspettare. In particolare, sette di esse sono molto vicine al centro di Omega Centauri, facendo sorgere agli astronomi un sospetto: e se il loro moto fosse stato accelerato dall’attrazione gravitazionale di un oggetto particolarmente massiccio, come un buco nero? Analizzando nel dettaglio la velocità di queste stelle, gli scienziati hanno ipotizzato che tale buco nero dovrebbe avere una massa pari ad almeno 8.200 volte quella del Sole – ma potrebbe essere ben più massiccio, fino a 50.000 la nostra stella.

Quando hanno preso il via le indagini, i ricercatori non sapevano se avrebbero avuto successo o meno: “Non sapevamo prima se l’avremmo trovato o meno. Era un po’ rischioso e potevamo non trovare nulla” – ha affermato l’astrofisico Maximilian Häberle. In realtà, le prove individuate a favore della teoria del buco nero intermedio sono tutt’altro che conclusive. Sono già in progetto alcune osservazioni spettroscopiche da compiere con l’ausilio del telescopio spaziale James Webb, nella speranza di registrare la traiettoria di queste stelle veloci: se dovessero risultare curve, avremmo un ulteriore indizio dell’esistenza del buco nero.

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