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SCIENZA

Due coppie di buchi neri enormi si stanno per scontrare: cosa succederà?

Due coppie di buchi neri supermassicci, che "abitano" nelle galassie nane del nostro universo, sembrano essere in rotta di collisione: cosa succederà quando si scontreranno?

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Possiamo affermarlo senza alcun tipo di dubbio: i buchi neri sono i corpi celesti più misteriosi e intriganti dello spazio. Dal loro interno non può uscire nulla, neanche la luce, cosa che contribuisce a renderli anche piuttosto spaventosi. Fatte queste premesse, cosa succederebbe se ben due coppie di buchi neri si scontrassero da qualche parte nello spazio?

Attualmente non abbiamo una risposta a questa domanda, ma attenzione: presto, invece, potremmo conoscere nel dettaglio tutte le conseguenze delle collisioni. Come mai? Perché l’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA ha proprio tracciato quattro di questi corpi celesti che sembrano starsi avvicinando, in modo repentino e a dir poco esplosivo.

I primi scontri fra buchi neri osservabili

Chiaramente, non c’è niente da temere: i buchi neri in questione sono ben distanti dalla Terra, all’interno di alcune galassie nane che si trovano nei pressi della Via Lattea. Una distanza che ne permette l’osservazione in sicurezza, senza temere effetti apocalittici, e che consente agli scienziati di avere un accesso privilegiato a quello che sembra essere il primo scontro fra coppie di buchi neri mai accaduto. O, almeno, mai osservato prima.

La prima coppia in collisione si trova nell’ammasso di galassie Abell 133, situato a 760 milioni di anni luce dal nostro pianeta, e sembra ormai essere prossima allo scontro e a una probabile fusione, che darebbe vita a una nuova galassia. Questa coppia mostra una lunga “coda”, apparentemente causata dagli effetti dei campi gravitazionali dei due buchi neri che si stanno avvicinando: gli autori del nuovo studio hanno soprannominato la coppia “Mirabilis” in onore di una specie di colibrì in via di estinzione nota per le sue code eccezionalmente lunghe.

La seconda coppia, invece è stata scoperta nell’ammasso Abell 1758S, a circa 3,2 miliardi di anni luce di distanza. In questo caso i due buchi neri, corrispondenti alle galassie nane, sono stati ribattezzati con i nomi di Elstir e Vinteuil in onore de La Recherche di Marcel Proust. A differenza dei primi due corpi celesti, quelli di Abell 1758S sembrano essere ancora all’inizio dell’avvicinamento, tanto che il loro incontro sembra quasi romantico: i campi gravitazionali hanno creato un ponte di stelle e gas che somiglia a una mano tesa dall’uno all’altro buco.

Buchi neri e galassie nane

Gli scienziati dell’Osservatorio Chandra non si sono accorti per caso di questi avvicinamenti: a dirla tutta, li stavano proprio cercando. Stavano infatti analizzando diverse porzioni di cielo per conoscere i misteri delle galassie nane, dato che è da diverso tempo che la comunità scientifica sospetta che questo tipo di galassie (con una massa totale inferiore a 3 miliardi di soli, ovvero circa 20 volte inferiore alla Via Lattea) finisca poi proprio per fondersi per mezzo di uno scontro fra buchi neri.

Lo scontro in questione porterebbe alla formazione delle galassie più grandi e le due coppie rilevate dall’Osservatorio Chandra confermerebbero la cosa. Gli scienziati hanno infatti rilevato dei picchi di energia insoliti, che hanno portato a una raccolta di dati essenziali per dimostrare la tesi succitata. Le caratteristiche del telescopio dell’Osservatorio, specializzato in raggi X, sono state preziose in questo senso, perché il materiale che circonda i buchi neri può essere riscaldato fino a milioni di gradi, producendo proprio grandi quantità di raggi X.

La storia dell’Universo e lo scontro fra buchi neri

Secondo gli scienziati, la fusione fra galassie nane per mezzo di collisione tra buchi neri era una “prassi” diffusa in particolare nell’Universo Primordiale. Sarebbero state proprio queste collisioni a dare vita allo spazio per come lo conosciamo e i dettagli di ciò che avverrà fra le due coppie rilevate dalla NASA potrebbero fornire informazioni non solo sul passato dell’Universo in generale, ma anche e soprattutto su quello della Via Lattea.

Conoscere il passato, per altro, vuol dire anche cercare di intuire il futuro: svelare tutti i processi cruciali per comprendere le galassie e i loro buchi neri nelle prime fasi dell’Universo significherebbe osservare con occhi nuovi ciò che succede attorno a noi e capire se la nostra galassia in particolare è destinata a evolversi o a involversi.

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