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Come vengono assegnate le bandiere blu? I criteri che non conoscevi

La FEE assegna ogni anno dal 1987 le famose bandiere blu, un riconoscimento che prende in considerazione la pulizia dei mari europei e non solo

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Bandiere blu, i requisiti per ottenerle Fonte foto: 123RF

Ne sentiamo parlare ogni anno dal 1987: le bandiere blu sono il riconoscimento che viene assegnato dalla FEE (Foundation for Environmental Education), organizzazione non governativa danese, alle località costiere di tutta Europa. In pratica, è un prestigioso conferimento che riguarda la qualità delle acque di balneazione, dunque la loro pulizia, ma non solo.

È un appuntamento fisso che anticipa l’estate e “orienta” i futuri viaggiatori verso i lidi più “immacolati”, ma come si assegnano esattamente queste bandiere così particolari? Per tenere pulito il mare si pensa spesso a qualsiasi iniziativa, come ad esempio i robot che rimuovono la plastica, ma in questo caso non basta. Bisogna rispettare una serie di parametri e soprattutto un protocollo molto rigido.

I criteri sono internazionali e non è così semplice venire incontro agli stessi come si potrebbe immaginare. Tra l’altro, le bandiere blu possono essere revocate in qualsiasi momento, nello specifico quando le condizioni ambientali di una località costiera cambiano o la pulizia peggiora. Il riconoscimento viene conferito nel momento in cui queste località assicurano una pulizia molto buona della spiaggia, con analisi periodiche della qualità delle acque in cui si andrà poi a fare il bagno. Inoltre, è necessario istituire un comitato di controllo per gestire la zona costiera. Se si sta pensando che sia sufficiente un mare cristallino e limpido per l’assegnazione, ci si sbaglia di grosso.

Servizi di balneazione

Per le bandiere blu, infatti, non possono mancare determinati servizi di balneazione. Ad esempio, la FEE ha deciso di “premiare” quelle località in cui il personale di salvataggio svolge un servizio continuo ed efficace, senza dimenticare la presenza di almeno una fonte di acqua potabile e il libero accesso che deve essere consentito ai disabili. Servizi igienici adeguati, cestini a distanze regolari per la raccolta differenziata dei rifiuti e cartelloni per segnalare i vari divieti sono altri elementi imprescindibili per il riconoscimento. Con il riscaldamento globale, i mari di tutto il mondo sono in costante pericolo, però l’uomo può fare molto, come testimoniato appunto dalle bandiere blu.

Gestione della vegetazione

L’elenco stilato dalla FEE ben 35 anni fa è piuttosto lungo, segno che il conferimento viene assegnato con grande attenzione. Un altro esempio dei vari requisiti da soddisfare è dato dalla mappa della spiaggia con le indicazioni di ogni servizio offerto, che deve essere presente nello stabilimento, oltre all’ovvia assenza di scarichi di acque reflue, urbane e industriali nei pressi dell’area della spiaggia. Si fa poi riferimento alle alghe e simili: per assicurarsi una bandiera blu, è necessario lasciare decomporre questo tipo di vegetazione sulla spiaggia stessa, a patto che non rappresenti un fastidio per i bagnanti.

La FEE, inoltre, va a valutare altri aspetti. Nello specifico è fatto divieto di campeggiare, di circolare con auto e moto nei pressi della spiaggia, evitando qualsiasi tipo di discarica. Tra l’altro, non sono stati dimenticati nemmeno gli amici a quattro zampe, visto che l’accesso alla spiaggia di cani e altri animali domestici deve essere controllato in modo molto rigido. L’equipaggiamento di primo soccorso, la predisposizione di piani di emergenza in caso di inquinamento e l’utilizzo della spiaggia in modo da prevenire conflitti e incidenti completano la lunghissima lista. Nei mari c’è davvero di tutto, persino riserve di zucchero, quindi le bandiere blu rappresentano un po’ un monito costante per preservare la loro integrità.

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