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Bannato anche Parler, il social utilizzato dai supporter di Trump

Parler, il sociale network più amato dai supporter di Trump, è stato rimosso dal Google Play Store, dall'App Store di Apple e dall'Amazon Appstore: ecco perché.

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parler social network Fonte foto: Romain TALON - stock.adobe.com

Parler, il social network dei supporter di Donald Trump, potrebbe sparire a breve. È un altro duro colpo per The Donald, dopo quanto accaduto negli ultimi giorni, quando Twitter ha deciso di sospendere a tempo indeterminato il profilo dal quale il tycoon ed ex presidente degli Stati Uniti d’America tuonava lanciando messaggi e riflessioni ritenute violente da parte della piattaforma.

La piattaforma Parler, dedicata al social networking e al microblogging, raccoglie molti dei sostenitori di Trump oltre che esponenti dell’area conservativa del paese, teorici della cospirazione e, in alcuni casi, appartenenti all’estrema destra del Paese. Fregiandosi del principio della libertà di parola, il sito ha provato più volte a proporsi come alternativa ai social network più famosi, senza però grande successo. Infatti, dietro a una facciata di libera espressione, si nascondono delle policy sui contenuti estremamente stringenti, a volte anche più forti dei suoi competitor. Inoltre, tra le critiche mosse vi è quello di bannare in maniera piuttosto arbitraria gli account degli utenti in disaccordo con i punti di vista per la maggiore su Parler, bloccando così eventuali tentativi di confronti tra le diverse aree politiche.

Parler, chi ha bannato il social dei supporter di Trump

Ad aver posto il veto sull’attività di Parler sono stati alcuni big della rete, ovvero Google, Apple e Amazon. Se Big G e l’azienda di Cupertino hanno deciso in favore della rimozione dell’applicazione dai due app store, Google Play e App Store, per il big dell’e-commerce e non solo, la scelta è andata sulla completa espulsione della piattaforma dal web hosting societario.

A contribuire alla scelta, secondo la società guidata da Jeff Bezos, le violazioni delle regole sottoscritte con il servizio di cloud hosting da parte del social network. Secondo Amazon ci sarebbe infatti una corposa serie di motivi, tra cui spicca quello che prevede la mancata cancellazione di commenti ritenuti offensivi, violenti o illegali. Una spiegazione simile è stata comunicata anche da Apple.

Parler, quali sono i passi dopo il ban per il social dei supporter di Trump

Per rimanere attiva e funzionante, Parler necessita dunque di trovare al più presto un nuovo hosting in grado di ospitarla sui propri server prima di essere spenta del tutto per almeno una settimana. Per John Matze, amministratore delegato e uno dei fondatori della piattaforma, si tratterebbe di un attacco alla libertà di parola e un tentativo di rimuoverla totalmente da internet. Lo stesso Matze ha poi dichiarato come non si tratterebbe di una situazione inattesa, tanto da spingere alla ricerca di un nuovo provider in tempi non sospetti.

Anche se la ricerca dovesse andare a buon fine, i quasi 8 milioni di utenti – di cui 4 milioni attivi secondo la stessa piattaforma – si troverebbero comunque a dover far fronte alla mancata possibilità di scaricare l’applicazione dai due principali store di app.