Libero
SCIENZA

Bagliori misteriosi dall'interno di un buco nero, segnali dal centro della Via Lattea

Un buco nero "vicino" alla Terra emette dei "fuochi d'artificio": ecco la risposta scientifica ai bagliori e perché sono importanti

Pubblicato:

Al centro della Via Lattea c’è un buco nero supermassiccio che sta dando un vero e proprio spettacolo di luci. Qualcosa che sta affascinando gli astronomi. Ecco di cosa si tratta esattamente, come evidenziato in uno studio pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters.

Fuochi d’artificio da un buco nero

Un team di astrofisici, alle prese con lo studio del buco nero supermassiccio che è posizionato al centro della Via Lattea, ha pubblicato i risultati della propria ricerca. Sono stati osservati dei bagliori di luce in un disco che orbita intorno al buco nero, denominato Sagittarius A*.

Si parla di disco di accrescimento, che contiene al suo interno un costante flusso di materiali differenti, come plasma e gas. È caldo e lampeggia costantemente. La luce emessa da questi dischi può essere rilevata tramite strumentazioni a raggi X e infrarossi. Ciò vuol dire che questo tipo di studio non rappresenta una novità. Del resto i bagliori nei buchi neri supermassicci sono ormai da considerarsi comuni, dato l’avanzamento della ricerca astrofisica.

Sono già stati osservati in passato, come precisato dall’autore principale dello studio, il professore di fisica e astronomia Farhad Yusef-Zadeh. Le luci di Sagittarius A*, però, sono uniche, considerando quanto gli intervalli dei bagliori siano decisamente ridotti rispetto alla “norma”. A rendere particolare il tutto è infine la distanza “ridotta” dalla Terra: appena 26.000 anni luce.

Sono stati registrati, inoltre, cambiamenti in luminosità e durata nel giro di ore, minuti e persino secondi: “Poiché più bagliori si susseguono uno dopo l’altro, è come un fuoco d’artificio che si manifesta prima di spegnersi. Questo accade alcune volte al giorno”.

L’origine dei bagliori

Lo studio offre una spiegazione ben precisa di ogni tipologia di bagliore. Quelli più deboli sono comuni e alla loro base ci sono dei cambiamenti meno intensi nel disco. I lampeggiamenti più luminosi, invece, dalla grande intensità, deriverebbero da cambiamenti molto più turbolenti, caratterizzati da alta pressione e campi magnetici elevati. Può verificarsi una collisione di tali campi magnetici, il che rilascia particelle energetiche, il cui movimento avviene quasi alla velocità della luce. Si producono dunque dei lampi di radiazione molto intensi, espulsi verso l’esterno. Qualcosa di simile ai brillamenti solari del Sole.

Lo studio

Il team guidato da Yusef-Zadeh ha sfruttato la NIRCam del telescopio spaziale James Webb della Nasa per studiare i bagliori. Dalla loro, dunque, uno strumento tanto sensibile da riuscire a rilevare la luce delle prime stelle dell’universo. L’osservazione del buco nero e delle sue variazioni è durata svariate ore al giorno, nell’arco di un anno tra il 2023 e il 2024.

Un passo importante nella comprensione dei buchi neri in generale. Ecco le parole della dottoressa Moiya McTier, astrofisica: “Questi bagliori possono anche darci informazioni sull’attività magnetica dei buchi neri, e non solo sulla loro massa o attività gravitazionale. I buchi neri sono ancora, nella loro essenza, un mistero. Sappiamo che sono oggetti densi e massicci che attraggono altre cose attraverso la gravità, ma non ci siamo mai avvicinati a un buco nero”.

Ricerche di questo tipo fanno luce su quest’area misteriosa dell’universo, consentendo nel tempo a differenti team di testare le proprie teorie scientifiche, il che comprende anche le previsioni di Einstein nella sua teoria della relatività generale.

Libero Shopping