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SCIENZA

Cambiamento climatico, a giugno è successo qualcosa che dovrebbe preoccuparci tutti

Impossibile ignorare gli effetti del cambiamento climatico: giugno è stato il più caldo mai registrato finora, nonché il 13esimo mese consecutivo con temperature sopra la media.

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Anche giugno batte un triste record, andando ad accodarsi a una lunga serie di mesi in cui sono state registrate temperature ben al di sopra della media. Siamo nel pieno del cambiamento climatico, impossibile non notarne le conseguenze: il caldo estremo è ormai una realtà a livello globale, e l’Italia non fa eccezione. L’estate rovente dello scorso anno vede già, in queste prime settimane della nuova stagione, una replica che non promette niente di buono. Scopriamo che cosa sta succedendo.

Giugno è stato il più caldo di sempre: il (nuovo) record

Appena un anno fa registravamo il record del giugno più caldo di sempre, con una temperatura media globale pari a 16,52°C. Questi dati, che vengono raccolti da diversi sistemi meteorologici in tutto il mondo, ci permettono di confrontare l’attuale andamento delle temperature con quello preindustriale (ovvero prima del ‘900), evidenziando un’escalation che, negli ultimi anni, si è fatta sempre più drammatica. Purtroppo, il mese di giugno 2024 non si è rivelato da meno: battendo il record dello scorso anno, si aggiudica il triste primato del più caldo mai registrato, con una temperatura media globale di 16,66°C.

A segnalare il record è il Climate Change Service di Copernicus, programma di collaborazione scientifica dell’Unione Europea dedicato all’osservazione della Terra: numerosi sono gli indicatori che permettono di trarre preziose informazioni, tra cui le misurazioni dirette di termometri presenti sia sulla terraferma che in mare e le stime attendibili dei satelliti. Purtroppo, il mese di giugno si è rivelato particolare anche per un altro motivo – sempre in negativo. È infatti il 13esimo mese consecutivo in cui (ancora una volta a livello globale) superiamo il record di caldo mensile.

Ma non è ancora finita qui: giugno è anche il 12esimo mese consecutivo in cui vengono registrate temperature globali ben al di sopra di quelle preindustriali, un dato fondamentale che ci ricorda gli effetti negativi dell’uso dei combustibili fossili e della deforestazione. In particolare, nell’ultimo anno la colonnina di mercurio ha segnato mediamente 1,64°C in più rispetto alla media preindustriale. Ed è allarmante, soprattutto in base all’accordo di Parigi sul clima che ha fissato come soglia critica il superamento di 1,5°C.

Il cambiamento climatico, una grande preoccupazione

Negli ultimi anni si è parlato molto di riscaldamento globale, una tendenza che ormai si fa sempre più evidente. Già la scorsa estate abbiamo sperimentato diverse ondate di caldo estremo che ci hanno messo a dura prova, per poi proseguire con un lunghissimo autunno e un inverno che ha presentato temperature molto clementi, tanto da causare diversi problemi all’agricoltura. A peggiorare la situazione, secondo Copernicus, nei mesi scorsi è stata anche l’influenza di El Niño, il fenomeno climatico oceanico che ha portato a un aumento delle temperature superficiali del mare.

La corrente atlantica ha ormai lasciato spazio a La Niña, che potrebbe influenzare ancora il nostro clima durante l’estate. Ma uno dei problemi più gravi del cambiamento climatico riguarda l’aumento dei fenomeni estremi: l’Italia, negli ultimi mesi, è stata letteralmente spaccata in due. Nelle regioni del Nord continuano ad alternarsi violenti temporali, nubifragi e alluvioni, con le drammatiche conseguenze del caso. Al contrario, il Sud Italia è flagellato da una siccità senza precedenti, che ha già messo in ginocchio molte popolazioni.

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