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Campo da calcio sostenibile: creato con i pacchetti di patatine

A Torino è stato appena inaugurato un campo da calcetto che è completamente riciclato e riciclabile, e che ha un'impronta climatica molto vicino allo zero

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Campo da calcio sostenibile: creato con i pacchetti di patatine Fonte foto: 123RF

L’economia circolare gioca un ruolo sempre più importante nella nostra vita e nel modo in cui costruiamo gli oggetti. Diventa sempre più importante riciclare i beni che abbiamo smesso di consumare, perché produrne di nuovi porta con sé un aumento delle emissioni e di conseguenza delle temperature, che non possiamo più permetterci. A Torino, per esempio, dai pacchetti di patatine è nato un campo da calcio.

Un campo da calcetto molto speciale

Realizzato con materiali di scarto, che altrimenti sarebbero stati persi: in questo modo i sacchetti usati e vuoti di patatine vengono reimmessi nel ciclo di produzione, senza inquinare. Succede a Torino, in particolare nel quartiere periferico di Aurora, dove è stato costruito questo campo da calcetto molto particolare.

Il progetto ha un nome: si chiama Lay’s RePlay, ed è stato realizzato dalla no profit Streetfootballworld, dalla PepsiCo e da Uefa Foundation for Children, una società benefica sussidiaria della Uefa che si batte per i diritti dei bambini svantaggiati.

Il nuovo campo è stato inaugurato il 19 maggio, alla Casa di Quartiere Cecchi Point, alla presenza, tra gli altri, dell’ex calciatore della Juventus Claudio Marchisio.

Un campo da calcetto che non solo è stato creato a partire da materiali di scarto, ma che non fa male all’ambiente: la sua impronta di carbonio è infatti azzerata. Questo progetto fa bene anche alla comunità e al quartiere in cui è inserito, perché vuole portare uno sport e una passione in una zona povera, e al tempo stesso sensibilizzare giovani e adulti sull’importanza delle tematiche ambientali e della crisi climatica.

Come si fa un campo da calcetto sostenibile

Non è il primo campo simile che queste organizzazioni realizzano: ce ne sono altri tre, inaugurati tutti nel 2021, in Sudafrica, Regno Unito e Brasile.

Ma come è stato possibile creare un campo completamente riciclato? L’erba, sintetica ovviamente, è fatta di plastica dei pacchetti di patatine, trasformata con un processo chimico e industriale. Ma non è tutto qui: quando i materiali utilizzati arriveranno alla fine naturale del loro ciclo di vita – tra molti anni – sarà possibile riciclarli al 100%, sia che si tratti dell’erba artificiale che della struttura orizzontale su cui è montata.

Anche la terra che è stata spostata per costruire il campo non è stata sprecata, ma usata in altri luoghi e cantieri che ne avevano bisogno. Per produrre i materiali e montarli, PepsiCo, Uefa e Streetfootballworld si sono rivolti ad aziende locali, per diminuire i chilometri che i camion avrebbero dovuto percorrere e di conseguenza generare meno emissioni.

Di conseguenza, questo campo da calcetto ha ottenuto una certificazione ufficiale di minor impatto climatico rispetto ai suoi “simili”: l’azienda certificatrice è la Good Business, indipendente, che ha analizzato le emissioni di gas serra, l’inquinamento da microplastiche, l’impiego di materiali riciclati e l’uso di risorse idriche.

Ma sono tantissimi i beni di scarto che possiamo usare per costruire oggetti nuovi, o per produrre energia: è il caso di questa start up scozzese Celtic Renewables che usa i sottoprodotti del whisky per produrre benzina. Un altro caso interessante è quello che succede alle saponette aperte nelle stanze d’albergo, a cui viene dato un futuro che fa bene all’ambiente, ma anche ai Paesi più poveri.