Rischiamo il "collasso sociale", la previsione che preoccupa: "È inevitabile"
La nostra società è condannata? Ecco le previsioni degli esperti in merito al potenziale collasso del nostro mondo
La nostra società è condannata? L’accademico Danilo Brozovic ne è certo, in assenza di una radicale trasformazione. Dopo aver esaminato 361 studi e 73 libri in carriera, sostiene la teoria catastrofica per la quale il nostro modo di vivere ci starebbe indirizzando chiaramente verso l’autodistruzione: “Abbiamo bisogno di cambiamenti sociali e tecnologici radicali”.
Il crollo della società
Siamo abituati a guardare al passato remoto, studiando il crollo delle società che ci hanno preceduto. Se pensiamo al futuro, però, diamo per scontato che il “nostro mondo”, per com’è strutturato oggi, possa durare in eterno.
Siamo certi che l’avanzamento tecnologico possa tutelarci, al netto del fatto che proprio lo sviluppo industriale ci ha posto in gravissimo pericolo, considerando il cambiamento climatico. Siamo dunque a rischio? La nostra società è meno stabile di quanto potessimo pensare? Come specie siamo condannati all’oblio, sulla base della nostra stessa arroganza? Domande che oggi sono più urgenti che mai.
Brozovic, della scuola dell’Università di Skövde (Svezia), non fa parte dello schieramento dei pessimisti cronici. Coloro che “credono che quanto stiamo facendo finirà per causare l’estinzione della razza umana“. Alcuni accademici infatti ritengono sia giunto il momento di parlare apertamente di estinzione, procedendo a stipare dettagli delle nostre più grandi conquiste in un caveau, così da fornire basi tecnologiche e culturali alle future civiltà, forse aliene. I più positivi tra i catastrofici stimano le chance di collasso sociale al 90%.
La maggior parte degli studiosi è però più ottimista. Brozovic in merito spiega: “Dicono che per noi il collasso sarà la fine della vita come la conosciamo oggi. Ci sarà meno globalizzazione e uno standard di vita più basso, con effetti molto negativi sulla salute pubblica”.
Cos’è un collasso sociale
L’ipotesi di collasso di una civiltà prevede la perdita di strutture politiche e sociali complesse nell’arco di pochi decenni. Guardando al nostro passato, però, ci poniamo una domanda: le antiche civiltà sono collassate o si sono reinventate?
I crolli d’allora sono visti come il risultato di fattori combinati, dalle malattie ai problemi ambientali, fino a crisi religiose, esaurimento del suolo, disordini politici o economici. In questo insieme di elementi, una teoria del collasso domina sulle altre, la teoria della complessità di Joseph Tainter.
“Sostiene che la funzione principale di ogni società è la risoluzione di problemi attraverso risorse. Quando la società diventa più complessa, i problemi lo diventano a loro volta. Occorrono dunque più risorse. Alla fine di questa spirale, dice Tainter, il collasso è inevitabile. Semplicemente non si può procedere così per sempre”.
C’è poi un altro problema di cui tener conto. L’arroganza sociale comporta una estrema difficoltà nel lasciar andare alcuni elementi realizzati nei secoli. Per quanto questi risultino distruttivi, fin troppo è stato investito per ripartire da zero.
Il nostro futuro
Sulla base dei suoi tanti studi, Brozovic ha spiegato come l’umanità conduca oggi un’esistenza tutt’altro che sostenibile: “Dobbiamo fare qualcosa, trasformando radicalmente la società. Occorre farlo in fretta”. Ciò si traduce in una revisione politica, con la salvaguardia della produzione alimentare e del mondo naturale come priorità.
Saremo i primi a invertire la rotta ed evitare il burrone creato da noi stessi? Un processo che si ripete ancora e ancora. A metà del XX secolo, infatti, lo storico Toynbee disse: “Le civiltà muoiono per suicidio, non per omicidio”.