AI e diritti umani, siglato il primo trattato internazionale
Siglata la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sull'intelligenza artificiale, i diversi paesi firmatari definiscono i termini per lo sviluppo e l’utilizzo responsabile dell’AI
L’Unione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, ha appena compiuto un altro passo verso la regolamentazione globale dell’intelligenza artificiale, con la firma della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale da parte di: Stati Uniti, Gran Bretagna, Israele e altri Stati membri dell’Unione Europea.
Un momento storico che sottolinea la ferma volontà dei paesi firmatari di definire uno standard condiviso a livello globale per lo sviluppo e l’impiego dell’IA che mira a garantire che tali tecnologie siano sviluppate e utilizzate in modo responsabile e, naturalmente, compatibile con i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto.
Cosa dice la Convenzione AI
L’obiettivo principale della Convenzione AI è quello di mitigare i rischi alla dignità umana derivanti dall’utilizzo di questi strumenti, stabilendo un insieme di principi e obblighi volti a promuovere l’innovazione ma anche uno sviluppo accorto ed equilibrato.
Tra i punti chiave della Convenzione ci sono i diritti umani e le libertà fondamentali con la ferma volontà di ribadire l’importanza fondamentale di salvaguardare tutti i principali diritti delle persone, come quello alla privacy, alla dignità e alla non discriminazione.
Altro punto fondamentale la trasparenza e la responsabilità in modo da aumentare la fiducia dei cittadini nei confronti di questi strumenti, con l’obbligo per chiunque utilizzi tali tecnologie di fornire informazioni chiare sul loro utilizzo nei processi decisionali.
Molto importante in questo senso l’istituzione dei meccanismi di responsabilità per vigilare ed affrontare i eventuali danni causati dall’IA.
Si passa poi alla gestione del rischio dove, anzitutto, vengono riconosciuti i potenziali pericoli associati all’intelligenza artificiale. Da qui si arriva alla richiesta di adozione di misure più efficaci per identificare, valutare, mitigare e monitorare eventuali pericoli che potrebbero presentarsi durante l’intero ciclo di vita di questi strumenti.
L’ultimo punto riguarda governance e vigilanza, con la Convenzione che sottolinea la necessità di un quadro normativo efficiente e autorità competenti in materia, così da garantire il pieno rispetto delle disposizioni della Convenzione.
Sviluppi futuri di queste tecnologie
La stesura della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale rappresenta un primo passo molto significativo nella creazione di governance globale in materia di intelligenza artificiale.
La volontà dell’UE di fornire un quadro giuridico completo è un percorso più che necessario e, sicuramente, può essere anche un modello per altre giurisdizioni che mirano a regolamentare l’utilizzo di questi strumenti. Chiaramente va inteso come un punto di partenza e non come un punto di arrivo.
Ci sono, però, anche dei pareri critici a questa Convenzione e secondo alcuni, si tratta di un “documento troppo ampio” che potrebbe sollevare diversi interrogativi sulla chiarezza giuridica e sull’effettiva applicabilità di questi principi.
Come appena detto, però, si tratta di un punto di partenza che getta le basi per i futuri sistemi normativi che, naturalmente, dovranno evolversi allo stesso ritmo delle intelligenze artificiali, tenendo sempre ben presenti i benefici collettivi della ricerca e dell’innovazione e uno sviluppo scrupoloso che non discrimini le persone, in special modo quei soggetti già considerati fragili.