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SCIENZA

Questa specie invasiva sta terrorizzando il Pianeta

All'apparenza sembra un mollusco come gli altri, ma in realtà si tratta di una specie invasiva pericolosa per l'economia e l'ecosistema: cosa sappiamo.

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Cozze Quagga Fonte foto: 123RF

Sono piccole ma estremamente pericolose e sì, ormai hanno colonizzato diverse aree del Pianeta. Parliamo delle cozze Quagga, una specie invasiva scoperta nel 1989 che ormai troviamo nei Grandi Laghi dell’America settentrionale come nei laghi alpini in Ticino. Hanno attraversato mezzo mondo presumibilmente a partire dal fiume Dnepr, in Ucraina, e il loro potere distruttivo non smette di far notizia.

Cozza Quagga, caratteristiche della specie invasiva

Parlare di specie aliene ormai è all’ordine del giorno e tra queste anche la piccola cozza dalla forma irregolare originaria dell’Ucraina (forse del Mar Nero) occupa un posto importante. E non di certo nel senso positivo del termine.

La Dreissena rostriformis – questo il suo nome scientifico – è stata scoperta per la prima volta nel 1989 e, come spiega il Texas Invasive Species Institute, è riuscita a raggiungere i Grandi Laghi americani attraverso lo scarico delle acque di zavorra da navi transoceaniche che trasportavano novellame e cozze adulte. Negli anni la cozza Quagga ha continuato il suo viaggio alla volta del Nevada e oggi è presente in California, Arizona, New Mexico e nei sistemi fluviali ad est.

Ma non solo, perché la specie alloctona in questione è riuscita ad arrivare nei laghi del Ticino in Italia, persino nel lago di Garda dove ormai è una presenza fissa da qualche tempo. Riconoscerla non è difficile: generalmente raggiunge un massimo di 40 mm di lunghezza e vive per dai 3 ai 5 anni, il periodo di maggior crescita è la primavera ma la sua sopravvivenza dipende essenzialmente dalla temperatura dell’acqua in cui vive (tra gli 8 e i 15°C), dalla concentrazione di ossigeno e dalla disponibilità di nutrimento.

Come si evince dai luoghi di cui ha preso possesso, la cozza Quagga vive nei bacini di acqua dolce e nelle acque salmastre, tuttavia possiede una caratteristica che la rende ancor più inquietante: può sopravvivere anche al di fuori dell’acqua, addirittura fino a 90 ore. E senza riportare danni.

Il potere distruttivo delle cozze Quagga

Le prime cozze Quagga sono state avvistate in Italia nel marzo 2022, mentre erano già state individuate due anni prima nel lago di Costanza in Svizzera. Proprio qui l’autorità locale ha condotto un’indagine per comprendere l’entità del problema e l’impatto sulla biodiversità e l’ecosistema: "[Le cozze Quagga, ndr] possono essere accidentalmente trasferite da un corso o specchio d’acqua all’altro tramite le imbarcazioni e l’attrezzatura per gli sport acquatici. Una volta che queste specie si stabiliscono, possono influenzare notevolmente i delicati ecosistemi acquatici e minacciare la diversità delle specie. Le cozze invasive, come la cozza Quagga, si insediano anche sulle infrastrutture presenti in acqua, causando costi elevati".

Danni economici da una parte ed ecologici, dall’altra. La cozza Quagga riesce a inchiodarsi alle imbarcazioni per viaggiare da una parte all’altra del mondo, sfruttando spesso le condotte di acqua potabile da cui ruba tutto l’ossigeno, togliendone quindi ad altre specie. Rappresenta un reale pericolo per le specie autoctone di un habitat, perché le priva del nutrimento e nel tempo potrebbe provocare una riduzione drastica di alcune popolazioni ittiche importanti dei nostri laghi.

Danni alle infrastrutture, danni alle imbarcazioni, danni all’ecosistema. In ultimo anche danni alla nostra "memoria": secondo una recente indagine, la cozza Quagga sta lentamente distruggendo i relitti sommersi di navi e aerei dei Grandi Laghi americani, testimonianze di naufragi storici che stanno via via scomparendo per sempre.

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