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Digitale Terrestre: bisogna fare in fretta

Nuovo appello dagli editori di TV e radio private locali: si completi lo switch off prima possibile, già entro la fine del 2023

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Si è svolto ieri a Roma il RadioTv Forum 2023 di Aeranti-Corallo, l’associazione di categoria che riunisce circa 600 emittenti radio e TV locali che trasmettono in digitale terrestre sul territorio italiano. Al forum hanno partecipato, tra gli altri, anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Durante l’incontro, per l’ennesima volta, il mondo delle emittenti locali si è fatto una domanda molto semplice, ma che non ha ancora risposta: quando arriva lo Switch Off?

Switch Off: a che punto stiamo

Per Switch Off si intende il passaggio definitivo e completo alle nuove tecnologie di trasmissione, cioè il DAB completamente digitale per la radio e il Digitale Terrestre DVB-T2 con codec HEVC Main-10 per la televisione.

In entrambi i casi il passaggio dalla vecchia tecnologia alla nuova (che nel frattempo non è nemmeno più tanto nuova), va avanti da anni e non è ancora stato completato. Uno dei passaggi tecnici fondamentali dello Switch Off è stato quello del cosiddetto “refarming delle frequenze“, avvenuto l’anno scorso.

In pratica le emittenti locali hanno dovuto lasciare libere tutte le frequenze della banda dei 700 MHz, che il Governo aveva già concesso all’asta agli operatori telefonici per la rete 5G. Per continuare a trasmettere con meno frequenze, ma con lo stesso codec, le TV locali hanno dovuto abbassare la qualità audio-video dei loro canali.

Switch Off: è tutta questione di codec

Codec è la parola chiave di questa vicenda: sta per Codifica-Decodifica e indica il formato tecnico di compressione dell’audio e del video, affinché in meno frequenze possano passare più dati.

Il cuore dello Switch Off è il passaggio dal codec Mpeg-2 al codec Hevc H.265, con un ponte temporaneo in Mpeg-4. I codec Mpeg-2, Mpeg-4 e Hevc sono, in rigoroso ordine, via via più efficienti. Ciò vuol dire che, a parità di frequenze di trasmissione occupate, lo stesso programma trasmesso in Hevc si vede meglio rispetto a quello trasmesso in Mpeg-4, che a sua volta si vede meglio di quello in Mpeg-2.

Refarming senza codec

A questo punto, dovrebbe essere chiaro il problema: le emittenti locali stanno in uno scomodissimo Limbo, una terra di mezzo in cui hanno meno frequenze ma non hanno ancora il codec che permetterebbe loro di trasmettere bene accontentandosi di tali frequenze.

O, meglio, il codec lo avrebbero pure ma non sono ancora autorizzate ad usarlo: negli anni scorsi, infatti, le TV e le radio locali hanno speso milioni e milioni di euro per aggiornare le proprie dotazioni tecniche e prepararsi allo Switch Off. Che, però, non è mai arrivato.

Switch Off entro l’anno

In questo contesto si inserisce il nuovo, ennesimo, appello di Aeranti-Corallo: bisogna fare in fretta, Switch Off entro l’anno.

Il coordinatore dell’associazione, Marco Rossignoli, ha evidenziato durante il RAdioTv Forum 2023 che la tecnologia DVB-T2/HEVC consentirebbe alle tv locali di trasmettere con buona qualità tecnica e quindi in HD, e ha chiesto che venga fissata una data ufficiale e definitiva per il passaggio alla nuova tecnologia.

Della stessa opinione anche il presidente di Aeranti-Corallo, Luigi Bardelli, che ha parlato di “Una situazione ormai inaccettabile e che richiede una definitiva transizione, non oltre la fine del corrente anno“.