È ufficiale: l'attività fisica può riscrivere parte della nostra genetica
Un esperimento dimostra che l'allenamento intensivo modifica il DNA: così l'adattamento del tessuto muscolo scheletrico porta i benefici a tutto il corpo.
È stato recentemente pubblicato dalla rivista Molecular Metabolism uno studio del Centro per la Ricerca Metabolica dell’Università di Copenhagen che getta nuova luce sugli effetti dell’attività fisica sull’organismo.
Oltre la retorica, e ben oltre gli importanti aspetti relazionali e ricreativi di sport ed attività fisica, gli scienziati stanno dimostrando che un allenamento costante può addirittura modificare parte del nostro DNA.
Il lessico: tessuto muscolo scheletrico ed intensificatori
Un’attività fisica regolare, sostengono i ricercatori di Copenhagen, “diminuisce i rischi legati a malattie cardiovascolari, al diabete e anche ad alcune particolari condizioni neurologiche”. Ma come può l’allenamento modificare il DNA? Gli effetti benefici dell’esercizio sull’organismo, secondo la ricerca, sono in parte guidati dall’adattamento del tessuto muscolo scheletrico.
Il muscolo scheletrico non è altro che il tessuto muscolare che permette i movimenti del corpo: costituisce oltre il 40% del peso dell’intero corpo umano e consuma circa il 30% delle energie del corpo.
Il tessuto muscolo scheletrico costituisce l’apparato muscolare del corpo insieme ad altri due tipi di muscoli, quelli lisci e quelli cardiaci, il cui funzionamento è di tipo involontario. A quanto pare, il tessuto muscolo scheletrico è in grado di adattarsi agli “atteggiamenti” dell’organismo in maniera così rilevante da modificare parte dell’espressione dei nostri geni.
Oltre alle modifiche dirette alle cellule muscolari, infatti, l’esercizio costante produce importanti effetti sull’intero organismo, coinvolgendo cervello, fegato e tessuto adiposo in un “meccanismo di adattamento ancora poco conosciuto”.
Lo studio, come spiega la Dottoressa Kristine Williams, prende avvio dalla premessa che “l’esercizio fisico è in grado di rimodellare l’attività degli intensificatori dei geni all’interno del tessuto muscolo scheletrico”.
All’interno del DNA non ci sono soltanto i geni, che sono in breve “le istruzioni per costruire le proteine”: gli intensificatori, o enhancer, sono delle sequenze di DNA che “regolano quali geni accendere o spegnere, quando, e in quale tessuto” – spiegano i ricercatori.
Sarebbe proprio l’adattamento di queste sequenze all’interno del tessuto muscolo scheletrico alla base degli effetti benefici dell’attività fisica.
L’allenamento modifica la firma epigenetica
Per lo studio sono stati utilizzati otto volontari, maschi caucasici in perfetta salute dell’età media di 23 anni. I volontari sono stati sottoposti a sei settimane di esercizio costante: 60 minuti di spinning ogni giorno, per cinque giorni alla settimana, sotto l’attenta supervisione dei ricercatori.
Sono state effettuate biopsie del tessuto muscolare dei volontari prima e dopo il periodo di allenamento, e sono state analizzate le modifiche nella firma epigenetica del DNA di ognuno dopo il periodo di esercizio.
L’età, i fattori ambientali, l’alimentazione, le abitudini dell’organismo contribuiscono all’espressione genetica dell’individuo: l’esposizione a sostanze tossiche, per esempio, può lasciare un’impronta epigenetica, una “firma”, ereditabile da cellule ed organismi e potenzialmente dannosa per la salute.
Al contrario, l’analisi dei tessuti muscolari degli otto giovani volontari ha dimostrato che esiste la possibilità di “migliorare” la propria impronta epigenetica proprio grazie all’esercizio fisico.
I ricercatori hanno osservato infatti che la struttura di molti intensificatori di geni, dopo le sei settimane di allenamento intensivo, è risultata alterata. Tra l’altro, molti degli intensificatori coinvolti sarebbero già stati individuati essere alla base della variazione genetica tra individui.
La co-relazione tra allenamento, adattamento “positivo” del tessuto muscolo scheletrico e modifiche dell’impronta genetica è dunque provata. “I nostri risultati” spiega il Professor Barrès, “forniscono un meccanismo che spiega gli effetti benefici dell’esercizio fisico”.
Gli autori della ricerca sono piuttosto certi di aver scoperto perché l’esercizio fisico fa bene anche a organi a prima vista non coinvolti dall’allenamento, come il fegato e il cervello: il tessuto muscolo scheletrico, adattandosi all’allenamento, sarebbe capace di modificare la firma genetica di un intero organismo.
Alessandra Caraffa