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SCIENZA

Emergenza clima, di quanto si sta accorciando la vita sulla Terra

La Società Italiana di Medicina Ambientale ha lanciato l'allarme, il trasporto su gomma da parte dei mezzi pesanti lascia poche chance al nostro paese

Trasporto su gomma ed emergenza clima Fonte foto: 123RF

Ricordati che devi morire! Nel film “Non ci resta che piangere”, Massimo Troisi veniva ammonito senza mezzi termini sulla brevità della vita, un po’ come dovrebbe suggerire a tutti un’attività ben precisa. L’allarme è stato lanciato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale, secondo cui l’emergenza clima lascerebbe poche chance alla Terra.

In base a quanto ricostruito dall’ente, il trasporto di merci su gomma nel nostro paese farebbe perdere ogni anno ben 12mila anni di vita. Non c’è quindi soltanto la siccità di cui preoccuparsi, ma anche questo fattore non dovrebbe essere sottovalutato, anche perché ci sono delle ricadute economiche di non poco conto.

Lo stesso trasporto su gomma contribuisce alla perdita di un miliardo di euro, una cifra che non può lasciare indifferenti. Alessandro Miani, numero uno della SIMA, ha approfondito la questione con numeri che non lasciano spazio ad alcun dubbio. I camion, i furgoni e gli autotreni che ogni giorno circolano su gomma nelle strade italiane producono quasi 200 tonnellate di PM 2.5, la sigla con cui si identificano le polveri sottili in base alle dimensioni medie delle loro particelle. Non va meglio con il PM 10, un altro particolato pericoloso, visto che gli stessi mezzi ne producono 232 tonnellate. Nel complesso si sta parlando del 7% delle emissioni inquinanti complessive, un’incidenza impressionante.

Tanti anni persi

La perdita di anni di vita legata all’emergenza clima si calcola in base a quello che ha stabilito l’Agenzia Ambientale Europea. Secondo l’organismo dell’Unione Europea, sono 865mila gli anni di vita in meno in Italia per via delle polveri sottile, di conseguenza il trasporto su gomma è responsabile della perdita tra gli 8.500 e i 12mila anni. Se si pensa che persino luoghi incontaminati come la foresta pluviale siano inquinati, allora non ci si può stupire più di tanto nell’esaminare quello che avviene nelle città. Un altro aspetto che la SIMA ha approfondito è quello sanitario, strettamente legato all’inquinamento come si può immaginare.

I possibili rimedi

Si è già fatto riferimento alle conseguenze economiche di questa emergenza clima legata ai mezzi pesanti e non sono un’esagerazione. Dal punto di vista delle cure, infatti, ogni anno il nostro paese è costretto a sborsare tra gli 860 milioni e il miliardo di euro. Il modo per risolvere il problema esiste, la Società ha spiegato come si può finalmente invertire la rotta. Miani ha parlato della necessità di ridimensionare il trasporto su gomma come lo conosciamo oggi, così da incidere sull’inquinamento. Lo stesso discorso, poi, dovrebbe essere fatto per le macchine a uso commerciale, non meno responsabili della situazione attuale.

I primi risultati concreti si potrebbero ottenere già con un calo di 10 microgrammi al metro cubo in media per quel che riguarda il già citato PM 2.5. La SIMA ha calcolato un -7% per la mortalità complessiva, oltre a un calo del 26% dei decessi per episodi legati al cuore, il 9% in meno per i tumori ai polmoni e il 10% in meno se si guarda alle malattie respiratorie e a quelle cardiovascolari. L’emergenza clima e l’inquinamento stanno danneggiando un po’ tutti, anche se non è tardi per tornare a dei livelli ambientali accettabili.

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