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SCIENZA

Il mistero del "Grande Anello cosmico", la colossale struttura situata a miliardi di anni luce dalla Terra

Una struttura gigantesca è stata scoperta a miliardi di anni luce dalla Terra: subito detta "Grande Anello cosmico", potrebbe stravolgere le teorie sull'Universo

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Grande Anello cosmico Fonte foto: iStock

Tra le scoperte più recenti sul cosmo c’è quella di una struttura particolare, detta “Grande Anello cosmico”.

Si tratta di un fatto che potrebbe far traballare numerose certezze riguardanti ciò che sappiamo sull’Universo.

Possibili nuove teorie sull’Universo

La recente scoperta di una gigantesca struttura ad anello, situata a miliardi di anni luce dalla Terra, sta mettendo in discussione le teorie consolidate sulla fisica dell’Universo. Questa formazione, conosciuta come il “Grande Anello”, è composta da galassie e ammassi di galassie legate dalla gravità, quindi si estende per circa un miliardo di anni luce di diametro.

Le strutture cosmiche di dimensioni colossali, come il “Grande Anello”, sfidano il Modello Cosmologico Standard, cioè la teoria prevalente che descrive l’evoluzione dell’Universo. Queste formazioni di grandezza straordinaria, infatti, suggeriscono che potrebbe esserci qualcosa che sfugge alla nostra comprensione.

Il Modello Standard, che include concetti chiave come l’inflazione cosmica, la distribuzione della materia oscura e dell’energia oscura, prevede determinate dimensioni e una precisa diffusione delle strutture su larga scala nell’Universo. Tuttavia, già dagli anni ’80, gli astronomi hanno scoperto configurazioni di dimensioni molto maggiori rispetto a quelle previste, come la “Grande Muraglia”, la prima tra queste scoperte.

Si tratta di strutture che possono estendersi da centinaia di milioni fino a quasi dieci miliardi di anni luce, sfidando i modelli attuali e sollevando domande su come tali immense formazioni possano essersi sviluppate. La loro esistenza indica che la nostra comprensione dei processi cosmologici potrebbe necessitare di una revisione, così come rivelare la presenza di nuove leggi fisiche o fenomeni che il modello attuale non è ancora in grado di spiegare.

Cosa sappiamo sul “Grande Anello cosmico”

Il “Grande Anello” è stato identificato grazie ai dati raccolti da Sloan Digital Sky Survey, catalogando centinaia di migliaia di quasar. Questi ultimi sono i nuclei galattici che ospitano buchi neri supermassicci, i quali accelerano la materia circostante a velocità enormi, emettendo radiazioni così intense da renderli visibili a distanze cosmiche. È stato proprio esaminando i quasar situati dietro il “Grande Anello” che il team di ricerca è riuscito a rilevare questa struttura su scala così ampia.

L’osservazione del “Grande Anello” non avviene attraverso i tradizionali metodi astronomici, ovvero osservando piccoli oggetti luminosi con un telescopio. Gli scienziati questa volta si sono basati sulle “ombre” che la materia debole e distante proietta su oggetti luminosi e lontani.

Queste parti non illuminate rivelano la presenza di galassie e ammassi di galassie: tale approccio ha già portato all’identificazione di un’altra struttura colossale, l’”Arco Gigante”, situata vicino al “Grande Anello”. Entrambe queste formazioni si trovano a una distanza simile dalla Terra e, viste dal nostro pianeta, hanno una separazione angolare di soli 12 gradi.

La vicinanza e la dimensione delle due strutture, insieme alle loro forme peculiari (anelli e archi), sono particolarmente interessanti. Potrebbero suggerire l’esistenza di un sistema cosmologico ancora più vasto, ulteriormente capace di mettere in crisi le conoscenze attuali.

Secondo le teorie condivise nel mondo scientifico, l’Universo dovrebbe apparire omogeneo su scale di centinaia di milioni di anni luce, simile a un fluido composto da stelle e galassie anziché da atomi e molecole. Tuttavia, la scoperta di strutture come il “Grande Anello”, che si estendono su miliardi di anni luce, sembra contraddire questa aspettativa.

La ricerca è ancora in corso e gli astronomi sperano che osservazioni più dettagliate e analisi approfondite dei dati esistenti possano fornire nuove risposte. Comprendere meglio le strutture ultra-grandi già conosciute e scoprire potenzialmente nuove formazioni potrebbe offrire informazioni preziose sull’origine e la natura di queste colossali entità cosmiche.

Uno dei prossimi passi sarà approfondire lo studio dei dati esistenti e analizzare l’intero sistema in modo più approfondito. Si ipotizza, infatti, che le cosiddette “stringhe cosmiche”, difetti nel tessuto stesso dello spaziotempo, possano essere alla base di elementi come il “Grande Anello”. Insomma, nuovi scenari sono possibili e nel campo dell’astronomia, di certo, non ci si annoia mai!

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