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SCIENZA

Eruzioni solari sempre più forti: quali le conseguenze sulla Terra?

Il progetto Punch della Nasa offre una visione 3D delle eruzioni solari. Un passo avanti nelle previsioni del meteo spaziale e nell'aiuto verso la Terra, minacciata dalle tempeste solari

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La Nasa ha rilasciato le prime immagini delle cosiddette Cme. Sono spettacolari. Ciò che vediamo sono espulsioni di massa coronale del Sole. Ora gli scienziati sono in grado di prevedere con maggiore precisione gli effetti dello spazio sul nostro pianeta. Il tutto sfruttando una visione più dettagliata e ampia.

Espulsioni solari in 3D

Abbiamo fatto un passo in avanti molto importante nel campo delle previsioni dello “space weather”. Il progetto Punch (Polarimeter to Unify the Corona and Heliosphere) della Nasa ha diffuso le prime immagini di eruzioni solari gigantesche.

Sono note come “coronal mass ejections”, abbreviate in CME. Le immagini sono state presentare alla conferenza dell’American Astronomical Society. Per la prima volta si mostrano queste espulsioni nella loro interezza, mentre si propagano attraverso il sistema solare interno.

Nel pratico, ciò che abbiamo tra le mani è un video in time-lapse che svela nel dettaglio come queste onde di particelle cariche si espandano nello spazio. Considerando l’ausilio di ben quattro fotocamere ad ampio campo (montate su altrettanti satelliti), Punch offre una visuale globale e tridimensionale dell’evento.

Scendendo nel dettaglio, ecco cos’è accaduto:

  • The Wide Field Imagers – Ripresa dell’estrema periferia dell’atmosfera solare e del vento solare;
  • Narrow Field Imager – Coronografo ha bloccato la luce diretta del Sole, consentendo di osservare con chiarezza la struttura interna delle CME.

Nel materiale diffuso, distinguiamo anche:

  • Venere;
  • Giove;
  • Luna;
  • celebri costellazioni come Pleiadi e Orione.

Tutto ciò a testimonianza della potenza osservativa dello strumento.

Conseguenze per la Terra

È impossibile non parlare della spettacolarità delle immagini, così come della loro rilevanza scientifica. Al tempo stesso, però, le Cme possono generare gravi danni sulla Terra. Basti pensare al pericolo rappresentato per infrastrutture locali e spaziali. Di fatto interferiscono con:

  • comunicazioni;
  • satelliti;
  • reti elettriche.

Quando si verificano i fenomeni più intensi, in grado di generare aurore magnifiche, possiamo attenderci blackout o danni ai sistemi Gps, così come agli strumenti di navigazione.

L’avvio della missione Punch vede la Nasa impegnata a migliorare le previsioni del meteo spaziale. Uno aspetto fondamentale per le missioni oltre la nostra atmosfera e per la sicurezza delle reti globali.

Poter sapere con esattezza quando e dove colpirà una Cme permette di mettere in sicurezza satelliti, astronauti e anche le infrastrutture civili considerate più vulnerabili. Ecco le parole di Craig DeForest, responsabile scientifico del progetto: “Queste prime immagini sono straordinarie, ma il meglio deve ancora venire. Quando i satelliti saranno pienamente operativi in formazione, potremo monitorare il meteo spaziale in 3D in modo continuativo”.

Nuovo standard per osservare il Sole

La missione è stata gestita dal Nasa Goddard Space Flight Center ma guidata dal Southwest Research Institute. Durerà almeno due anni, nel corso dei quali si offrirà una visione continua e tridimensionale dell’atmosfera solare esterna e del sistema solare interno.

Gli scienziati ritengono di poter comprendere meglio l’origine del vento solare, così come la formazione delle Cme. Al tempo stesso prevedono di poter in seguito rispondere a domande chiave sulla fisica solare.

Basti pensare al lavoro svolto già dal coronografo Spice, sfruttato per analizzare gli elementi chimici presenti nell’atmosfera solare. Abbiamo già nuove informazioni cardine su:

  • idrogeno;
  • ossigeno;
  • carbonio;
  • neon;
  • magnesio.

Un passo avanti nella protezione del pianeta con Punch, è innegabile, così come nella comprensione della stessa che ci offre la vita.