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SCIENZA

Esposto per la prima volta al pubblico, il suo contenuto è sacro

Il Museo Egizio di Piazza Tahrir al Cairo è pronto a esibire un sorprendente e spettacolare papiro che risale a 300 anni prima di Cristo

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Il termine “papiro” è diventato sempre più di uso comune, anche se in maniera negativa, per descrivere un libro o un testo fin troppo lunghi. I veri papiri, in realtà, sono dei reperti preziosi da custodire con la massima cura. Ne è un chiaro esempio quello che verrà esposto nel Museo Egizio di Piazza Tahrir, al Cairo, per la prima volta dopo il restauro.

Waziri 1: è questo il nome della superficie di scrittura che rimanda subito al tempo dei faraoni, un autentico tesoro che è stato scoperto circa un anno fa. Era il maggio del 2022 e gli archeologi impegnati in una missione nell’area di Saqqara annunciarono al mondo l’incredibile ritrovamento. Sono soprattutto le dimensioni che rendono speciale questo oggetto.

Le caratteristiche principali del papiro

Il papiro in questione è lungo circa 16 metri e viene considerato il più grande e il più completo in assoluto per quel che riguarda il cosiddetto “Libro dei Morti”. È stato composto con caratteri ieratici e nell’area di Saqqara non era presente nulla di almeno paragonabile. La datazione, invece, può essere fatta risalire a 300 anni prima della nascita di Cristo, più precisamente all’era tolemaica. In questo periodo regnò in Egitto una dinastia con lo stesso nome, una situazione politica che durò per quasi tre secoli.

Il Libro dei Morti appena citato non è altro che un antico testo funerario egizio, una sorta di raccolta di formule magiche e religiose che dovevano proteggere i defunti nel loro viaggio verso l’aldilà. Il papiro Waziri 1 che verrà presto mostrato in tutta la sua bellezza al museo del Cairo è stato ritrovato in condizioni pressoché ottime, con uno stato di conservazione invidiabile. Entrando maggiormente nel dettaglio del contenuto, gli archeologi e gli esperti hanno sottolineato come ci sia una parola che ritorni molte volte. Si sta parlando del nome Ahmose che compare la bellezza di 260 volte nella lingua ieratica.

Che cosa è stato scritto nel papiro

Il nome è quello di un faraone appartenente alla XVIII dinastia egizia, il cui sarcofago è conservato presso il celebre Museo di Luxor. I sacerdoti che compilarono il papiro utilizzarono inchiostro nero per la maggior parte dei testi, anche se non mancano delle porzioni di testo in cui è stato sfruttato un inchiostro di colore rosso. L’intera trascrizione è composta inoltre da 113 capitoli distribuiti su ben 150 colonne, ognuna di dimensioni differenti. Ogni preghiera è una invocazione a divinità egizie, ma anche un canto vero e proprio, in poche parole una descrizione di quello che le anime del defunti avrebbero trovato nell’altro mondo.

Non serviva comunque questo prezioso papiro per rendere speciale la struttura che lo ospiterà d’ora in poi. Il Museo di Piazza Tahrir, noto anche come “Museo di antichità egizie”, conserva al suo interno la collezione più completa al mondo di reperti archeologici che risalgono appunto all’Antico Egitto. Ci sono ben 136mila oggetti di questo periodo che possono essere ammirati da vicino e altre centinaia di migliaia che sono conservati nei magazzini. Non rimane che attendere l’inaugurazione della nuova mostra con il papiro che attirerà su di sé gli occhi di appassionati e turisti.

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