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SCIENZA

Sembra un fantasma gigante apparso in cielo, è vicino alla Terra

Un'immagine suggestiva, che lascia tutti a bocca aperta: l'European Southern Observatory ha rilasciato uno scatto mai mostrato prima, che mostra ciò che apparentemente sembrerebbe un gigante fatto di nubi e gas

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Quante straordinarie meraviglie ci sono nell’alto dei nostri cieli? Molte, moltissime. E alcune, una volta immortalate, sembrano talmente tanto incredibili da far quasi pensare che non siano vere. È decisamente il caso del fantasma gigante apparso nei cieli vicino alla Terra: come una strana divinità degna dei film sci-fi, si staglia nel cielo, formato da una nube quasi palpabile e da milioni di luccichii e di sfumature. Ma cos’è davvero?

In realtà, si tratta di un’immagine che l‘European Southern Observatory (ESO) ha voluto regalare al pubblico in occasione dei suoi 60 anni di attività e ricerca: è un suggestivo scatto, catturato dal VLT (Very Large Telescope) della Nebulosa Cono, una vera e propria “fabbrica di stelle” che da decenni affascina gli scienziati.

L’immagine della Nebulosa Cono scattata dal VLT

Ciò che dunque vediamo nell’immagine non è una creatura mistica, ma un brillante ammasso stellare aperto, ovvero un gruppo di stelle nate da una nube molecolare gigante, e ancora unite dalla reciproca attrazione gravitazionale. Per questo si parla di “fabbrica di stelle“: perché i corpi celesti in questione nascono effettivamente dalla nube e, almeno all’inizio della loro vita, restano molto vicine, muovendosi tutte con la stessa velocità attorno al centro dell’ammasso.

Dopo circa mezzo miliardo di anni, le stelle si allontanano, creando un effetto suggestivo e contribuendo a creare un grande sistema di nebulosità diffuse. Nel caso della Nebulosa Cono, sita nella costellazione dell’Unicorno, grazie all’immagine catturata all’inizio di quest’anno dall’ESO possiamo vedere il “pilastro” dell’ammasso, che fa parte regione di formazione stellare NGC 2264 ed è lungo ben sette anni luce.

Il pilastro è lungo e slanciato vero l’alto e più largo verso il basso (da qui il nome “Cono”), ma in questo specifico scatto sembra quasi avere delle sembianze antropomorfe, con una “testa” punteggiata da stelle brillanti e getti di luce e un “corpo” definito, quasi ricoperto da un lenzuolo come le classiche rappresentazioni dei fantasmi.

Le peculiarità della Nebulosa Cono

La Nebulosa Cono è uno degli esempi più straordinari delle gigantesche nubi di gas molecolare freddo e polvere che hanno il merito di creare le nostre stelle. Generalmente, questo ammasso nebuloso si forma quando le stelle giganti blu e altre stelle massicce si avvicinano e iniziano a mettere venti stellari accompagnati da intense radiazioni ultraviolette, che spazzano via tutto ciò che si trova nelle loro immediate vicinanze.

Proprio ciò che viene spazzato via diventa il materiale denso, scuro e alto che permette, incontrandosi e abbracciandosi, di dar vita a un contraltare e a un intersecarsi di energie che diventeranno in seguito responsabili delle nascite di nuove stelle. La Nebulosa Cono è decisamente vicina alla Terra: si trova “solo” a 2500 anni luce di distanza, cosa che la la rende osservabile anche nel nostro emisfero.

Per chi volesse guardarla, nei cieli molto scuri, privi di inquinamento luminoso, è possibile scorgerla a occhio nudo nel mese di dicembre, altrimenti basta armarsi di un buon telescopio. Una curiosità, però: nel nostro cielo la sua forma appare rovesciata, con la punta verso l’alto.

L’ESO e lo scatto della Nebulosa Cono

L’immagine della Nebulosa Cono è stata scattata dal VLT ed è stata poi rilasciata nell’ambito del programma ESO Cosmic Gems, un’iniziativa di sensibilizzazione mirata alla diffusione di immagini spaziali che vedono protagonisti oggetti (stellari e non) interessanti, intriganti o visivamente attraenti utilizzando i telescopi dell’European Southern Observatory, con fini educativi e per avvicinare il grande pubblico all’astrofisica e all’astronomia.

Lo scatto, dunque, è solo un esempio delle numerose osservazioni sbalorditive e maestose che i telescopi dell’ESO hanno fatto negli ultimi 60 anni. Per il suo anniversario, l’ESO ha voluto solo aprire un piccolo spiraglio per accattivare il pubblico, ma contestualmente ha voluto ricordare, con un comunicato stampa, anche gli obiettivi raggiunti: è grazie all’European Southern Observatory, infatti, che sono state effettuate le osservazioni scientifiche che hanno permesso di catturare la prima immagine di un esopianeta , di studiare il buco nero al centro della Via Lattea e di trovare la prova che l‘espansione del nostro Universo sta accelerando .