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SCIENZA

Stanno arrivando sulla Terra dei pezzi di un altro Pianeta

Il rover Curiosity è arrivato in una regione speciale di Marte che pare si sia formata mentre il clima del Pianeta Rosso si stava asciugando. E ora possiamo conoscere i suoi misteriosi pezzi, tra scorci e colori inediti

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No, l’Universo non smetterà mai di stupirci o di regalarci enormi meraviglie, ed è per questo che lo sguardo degli scienziati rimane ben puntato verso il cielo, in attesa di importanti novità. A tal proposito, ce n’è una davvero recentissima: sulla Terra, infatti, arriveranno presto dei pezzi di un altro Pianeta, precisamente di Marte.

I pezzi (anzi, le immagini e i campioni) che arriveranno sul nostro pianeta provengono nello specifico da una regione molto, molto speciale del Pianeta Rosso, ribattezzata dagli scienziati Salty Region: un’ampia area che, si ritiene, fosse ricca di specchi d’acqua poi asciugatisi quando il suo clima è cambiato.

La Salty Region e le immagini da Curiosity

Ma andiamo per ordine: come hanno fatto gli scienziati a venire a conoscenza di questa particolare area di Marte? Grazie a Curiosity, che per chi ancora non lo sapesse è un rover appositamente progettato e spedito sul Pianeta Rosso per raccogliere informazioni fondamentali, propedeutiche per un’eventuale futura spedizione dell’uomo sulla sua superficie.

Curiosity, dopo aver viaggiato per diverse settimane (praticamente per tutta l’estate) lungo paesaggi sabbiosi, è riuscito a incunearsi in uno strettissimo passaggio desolato e arido penetrando all’interno degli spazi più nascosti di quello che è stato ribattezzato come Monte Sharp.  Gli scienziati hanno cercato di direzionare il rover proprio verso questa zona perché avevano ipotizzato, grazie ai dati più recenti, che lo strumento si stesse avvicinando a un’area molto ricca di sali minerali.

E in effetti, eccola lì: negli scorsi giorni Curiosity ha restituito ai ricercatori l’immagine mozzafiato di un luogo con diversi avvallamenti che confermerebbero l’ipotesi che miliardi di anni fa Marte fosse ricoperto di laghi, fiumi, torrenti, ruscelli e stagni che hanno poi lasciato il posto ai minerali mentre l’acqua si asciugava.

I minerali su Marte, la Salty Region e i campioni in arrivo

L’ipotesi che esistesse un’area ricca di sali minerali, come abbiamo già detto, era più volte stata portata avanti dagli scienziati. Diversi gruppi di ricercatori hanno, infatti, lavorato sui dati inviati sia da Curiosity che dal Mars Reconnaissance Orbiter, una sonda che già molti anni prima dell’atterraggio del rover aveva rilevato la presenza di rocce la cui densità e conformazione ricordava proprio quella di questi specifici composti inorganici.

Curiosity ha confermato quanto supposto identificando e catalogando una vasta gamma di tipi di roccia e di segni dovuti all’antichissima presenza d’acqua. Nella Salty Region, in particolare, sono abbondantemente presenti il solfato di magnesio, il solfato di calcio e il cloruro di sodio. Per avere una panoramica più dettagliata, però, i ricercatori hanno dovuto selezionare una roccia che Curiosity dovrà trivellare

Per sceglierla gli scienziati hanno dovuto fare molte considerazioni, in particolare riguardo le funzionalità e le potenzialità del rover. Alla fine, la scelta è ricaduta su una roccia soprannominata “Canaima”, i cui pezzi, dunque, arriveranno sulla Terra.

I pezzi di Marte sulla Terra: cosa ci diranno?

I pezzi di Canaima sono essenziali per lo studio dell’evoluzione di Marte, sia per ciò che concerne il suo passato sia per quanto riguarda il suo futuro. Se è vero che miliardi di anni fa la superficie del Pianeta Rosso era ricca d’acqua, prende ancor più corpo l’ipotesi che quest’ultima potrebbe esistere ancora sul pianeta, seppur nascosta. Inoltre, i campioni ricchi di sali minerali potrebbero offrire degli spunti interessanti su come e perché il clima di Marte si è trasformato.

Ancora, i sali minerali di Canaima possono raccontarci qualcosa sulle forme di vita su Marte e sulla loro eventuale esistenza prima che il pianeta diventasse il deserto ghiacciato che è adesso. Non resta, dunque, che rimanere in attesa delle prossime rivelazioni.