Libero
SCIENZA

Alcuni fossili hanno svelato l'esistenza di una specie volante mai vista prima

In Angola hanno scoperto un sito con le ossa fossili di alcuni "dinosauri volanti": si tratterebbe di una nuova specie mai identificata prima d'ora.

Pubblicato:

Tra 210 e 65 milioni di anni fa il nostro Pianeta è stato popolato da specie di enormi proporzioni, i primi vertebrati in grado di volare e ad oggi i più grandi mai esistiti con tale capacità. Gli pterosauri sono tra i più affascinanti e curiosi animali volanti nella storia della Terra e non mancano le informazioni su di essi, ma quel che è accaduto in Angola ha dell’incredibile: i paleontologi ne hanno rivenuto alcuni resti fossili che dimostrerebbero l’esistenza in Africa di una nuova specie mai vista prima.

Scoperta nuova specie di pterosauro in Angola

Gli pterosauri sono stati i primi vertebrati a sviluppare la capacità di volare e spostarsi nel cielo mediante le loro grandi ali e vissero contemporaneamente ai “normali” dinosauri terrestri tra 210 e 65 milioni di anni fa. Alcuni di essi erano enormi, al punto da avere un’apertura alare di 12 metri, come gli azhdarchidi giganti che, tra le altre cose, erano anche altissimi al pari delle odierne giraffe.

Oggi i paleontologi, però, hanno scoperto qualcosa di inedito: una nuova specie di pterosauro che ha vissuto in Angola durante l’età Maastrichtiana (nel Cretaceo), tra 71,6 e 71,4 milioni di anni fa. Cosa c’è di eclatante in tutto questo? Innanzitutto il luogo della scoperta che, date quelle precedenti, dimostra per la prima volta che questi enormi animali hanno vissuto anche nella parte centrale del continente africano. “Le scoperte di pterosauri in Africa sono state relativamente scarse, con le principali concentrazioni di fossili nel continente che si verificano nei paesi del nord e diverse occorrenze più a sud”, ha spiegato la dottoressa Alexandra Fernandes, paleontologa del Museu da Lourinhã dell’Universidade NOVA de Lisboa e attiva anche alla Bayerische Staatssammlung für Paläontologie und Geologie.

L’altra particolarità risiede proprio nei resti rinvenuti. Le ossa fossili sono, infatti, una formazione completa e la prima a consentire ai paleontologi di analizzare uno pterosauro africano nella sua interezza: “La maggior parte di ciò che è stato portato alla luce finora in tutta l’Africa – afferma la dottoressa Fernandes – si trova sotto forma di ossa isolate. La maggior parte delle località sono di età Cretacea, a cui si aggiungono anche alcuni siti Giurassici”.

Epapatelo otyikokolo, l’ultimo arrivato “in famiglia”

Analizzando le ossa rinvenute nella parte superiore della Formazione Mucuio, vicino al comune di Bentiaba nella provincia di Namibe in Angola, il team di paleontologi guidato dalla dottoressa Fernandes ha appurato che la specie di pterosauro appena identificata aveva un’apertura alare stimata fino a 4,8 metri. Che non è male per gli esemplari appartenenti alla famiglia dei pteranodonte Pteranodontia, specialmente considerato il fatto che “Gli pteranodonti del tardo Cretaceo sono rari nell’Africa subsahariana e in tutto l’emisfero meridionale”, come conferma lo studio pubblicato sulla rivista Diversity.

I ricercatori hanno chiamato la nuova specie Epapatelo otyikokolo e si prepara a ulteriori studi e analisi che, in tempi brevi, potrebbero portarli ad avere un quadro completo della paleobiodiversità degli ptrosauri angoliani. L’assemblaggio di fossili della Formazione Mucuio fornisce un primo assaggio di tutto ciò, fornendo ulteriori informazioni sugli ecosistemi del Gondwana all’epoca del Cretaceo superiore.

“Con il tardo Maastrichtiano, l’attuale costa dell’Angola si era già formata e l’Africa era essenzialmente diventata isolata dalle altre masse continentali, il che significa che le specie abitanti potevano essere ulteriormente specializzate endemicamente nella loro paleobiologia unica“, si legge nello studio.