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SCIENZA

Fuori la navicella uno spettacolo mai visto: poi la rivelazione

La navicella spaziale DART, prima di schiantarsi contro un asteroide, ci ha regalato delle immagini sorprendenti: si tratta di Giove e delle sue 4 lune più grandi.

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Lo spazio sconfinato è sempre fonte di grandi meraviglie, e nonostante i notevoli progressi scientifici degli ultimi decenni è ancora in gran parte un mistero tutto da svelare. Nel corso di una delle più recenti missioni organizzate dalla NASA, è avvenuto qualcosa di sorprendente: la navicella spaziale DART, nel suo viaggio verso la collisione con un asteroide, ha fotografato il pianeta Giove e le sue quattro lune più grandi, regalandoci uno scorcio incredibile proveniente dallo spazio.

Giove e le sue lune, la foto della navicella DART

Nei nostri cieli si nascondono spettacoli magnifici: ogni tanto uno di questi viene immortalato, svelandoci qualcosa in più sui complessi misteri dello spazio. È proprio ciò che è accaduto recentemente grazie alla sonda spaziale DART, che ha viaggiato per oltre 10 mesi dirigendosi verso un asteroide con l’obiettivo di schiantarvisi contro, per ottemperare ad una missione organizzata dalla NASA. La navicella, per testimoniare la collisione, aveva a bordo un unico strumento: la fotocamera DRACO (Didymos Recconnaissance and Asteroid Camera for Optical Navigation), programmata per scattare immagini ad alta risoluzione, e non solo.

Nel corso della lunga peregrinazione nello spazio aperto, DART si è imbattuta in una visione mozzafiato. DRACO ha infatti scattato migliaia di fotografie delle stelle, per fornire nuove indicazioni al team del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL), che ha guidato la missione. Una delle più sorprendenti è quella che ritrae Giove con quattro delle sue lune più grandi (da sinistra: Ganimede, Europa, Io e Callisto). Se lo spettacolo ci lascia a bocca aperta e regala agli scienziati nuove immagini del sistema solare, quel che ne è seguito è ancora più importante.

La fotocamera DRACO, in effetti, non aveva come unico obiettivo quello di riportare splendide foto sulla Terra: la sua funzione principale era quella di sostenere il sistema di guida autonoma della navicella spaziale, lo SMART Nav. Gli astronomi hanno colto l’occasione per “prendere di mira” la luna Europa nel momento in cui emergeva da dietro Giove, una situazione simile a quella che si sarebbe verificata successivamente con l’asteroide da colpire. Naturalmente, l’obiettivo non era quello di schiantare la sonda contro la luna del pianeta, bensì si effettuare una simulazione e valutare così le prestazioni di SMART Nav in volo. Il team dell’APL ha avuto la possibilità di capire meglio come l’intensità e il numero dei pixel degli oggetti può variare nel muoversi dei bersagli.

Lo scopo di DART: una missione “apocalittica”

Quasi un anno fa, ha preso il via una missione davvero particolare. La NASA ha lanciato la sonda spaziale DART (Double Asteroid Redirection Test), con l’obiettivo di lasciarla schiantare contro l’asteroide Dimorphos, che orbita attorno ad un asteroide di dimensioni maggiori chiamato Didymos. La missione voleva testare la possibilità di deviare la rotta di un corpo celeste eventualmente diretto verso la Terra, per difendere il nostro pianeta da possibili minacce future (ed evitare schianti “apocalittici” che potrebbero portare all’estinzione di ogni forma di vita).

Nelle primissime ore del mattino del 27 settembre 2022 (ora italiana), la navicella è entrata in rotta di collisione con Dimorphos, mandando le ultime immagini del suo incredibile volo nello spazio. Ora gli astronomi dovranno analizzare in che modo lo schianto ha modificato l’orbita dell’asteroide: secondo gli studi preliminari, dovrebbe averla ridotta di circa l’1%. “Ora sappiamo che possiamo puntare un veicolo spaziale con la precisione necessaria per colpire anche un piccolo corpo nello spazio. Solo un piccolo cambiamento nella sua velocità è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per fare una differenza significativa nel percorso di un asteroide” – ha affermato Thomas Zurbuchen, astrofisico e Associate Administrator  della Science Mission Directorate alla NASA.

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