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SCIENZA

C'è stato uno scontro nello Spazio: "Siamo i primi esseri umani a vedere questo mondo"

La Sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test) della Nasa si è scontrata con un asteroide. L'impatto ha mostrato qualcosa di nuovo e insolito, e noi siamo i primi umani a vederlo

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Sappiamo perfettamente che lassù, in alto nel cielo, si nascondono ancora moltissimi misteri. I progressi della scienza e della tecnologia, però, ci stanno aiutando a svelarne tantissimi, con missioni ad hoc organizzate dalle agenzie spaziali del globo. Proprio una di questa, la Dart Mission, ha fatto e sta facendo molto parlare di sé: la Sonda Dart è infatti stata spedita nello spazio per uno scopo molto particolare.

Quale? Letteralmente schiantarsi contro un asteroide non pericoloso, Dimorphos, allo scopo di "inaugurare" le prime missioni di difesa planetaria, le quali chiaramente si attiverebbero nel caso in cui un corpo celeste stesse per impattare contro la Terra. Tuttavia, la missione non è interessante solo per lo schianto in sé, ma anche per quello che ci ha mostrato.

La DartMission e il suo bersaglio

Facciamo, però, un passo indietro e parliamo della DartMission. La Nasa aveva annunciato lo schianto qualche tempo fa, spiegando di stare per lanciare una sonda, chiamata appunto Dart (Double Asteroid Redirection Test) per dimostrare che il il percorso di un asteroide può essere modificato utilizzando un impattatore cinetico. In parole semplici, l’idea era quella, appunto di usare uno strumento umano per provocare una collisione in grado di deviare la rotta di uno specifico asteroide.

La Nasa ha scelto l’asteroide Dimorphos per capire, dunque, se poteva cambiare leggermente la sua orbita e quali saranno le conseguenze di questo cambiamento. In effetti, l’asteroide condivide un sistema binario con un altro corpo celeste, di nome Didymos e, in seguito all’impatto, girerà intorno a quest’ultimo in maniera più veloce. Il test della Nasa, dunque, è atto anche a dimostrare le implicazioni del cambiamento dell’orbita, le sue conseguenze, oltre che a studiare il cratere da impatto che si è formato in seguito allo schianto.

Il viaggio, l’obiettivo e lo schianto

La Sonda Dart è stata progettata congiuntamente dalla Nasa e dal Johns Hopkins Applied Physics Laboratory e il viaggio, partito il 24 novembre 2021, è stato finanziato dal reparto Planetary Defense Coordination Office. Come abbiamo già accennato, l’obiettivo era quello di testare una strategia di difesa planetaria per bloccare eventuali oggetti spaziali vicini alla Terra, nel caso in cui si rivelassero pericolosi.

Proprio come un film di fantascienza, gli scienziati hanno ipotizzato (e poi hanno voluto verificare) il potenziale dell’impatto di un veicolo spaziale contro un’asteroide, sfruttando moto e velocità. La Sonda Dart si è dunque schiantata contro Dimorphos a una velocità di 22.500 chilometri orari, viaggiando per altro in una direzione opposta rispetto a quella del movimento dell’asteroide. Non sono però ancora note le conseguenze: le stime iniziali della deviazione e del cambiamento orbitale dovrebbero, infatti, diventare evidenti ed essere rese note entro una settimana.

Mondi nuovi e misteriosi

La DartMission spera dunque di dimostrare che l’impatto cinetico è una tecnologia praticabile e implementabile, un giorno, per impedire agli asteroidi di colpire Terra. Ma la verità è che ci ha mostrato anche di più: ci ha infatti regalato delle immagini inedite di Dimorphos e Didymos, che fino a poco tempo fa erano soltanto immaginabili.

Come spiega il divulgatore scientifico Adrian Fartade, «Siamo i primi esseri umani a vedere la superficie di questo mondo, che per tutta la storia era appena un puntino. La superficie […] è unica e meravigliosa, con rocce frastagliate scure e ricche di composti e minerali ancora da scoprire, quasi senza crateri ma con pianure di polvere».

In effetti, il video della Nasa mostra, sin dall’inizio, sia Didymos che Dimorphos, con una visione completa. Procedendo, la sonda mostra solo Dimorphos, sempre più da vicino, prima di arrivare all’impatto, che pare aver creato un cratere di circa 16 metri di diametro. Uno spettacolo davvero mozzafiato.