Una grande esplosione, poi un vortice: cosa hanno visto nello Spazio lontano
Giochi di luce, polvere, gas: lo spettacolo restituito da questa esplosione cosmica è davvero mozzafiato. E ci ha rivelato qualcosa di più sulla vita delle stelle
Se c’è qualcosa di cui possiamo essere certi è che i misteri del nostro Universo sono ancora tanti, tantissimi. Per avere un’idea reale e concreta della sua evoluzione e di quella dei corpi celesti in esso contenuti, occorrerà ancora fare moltissima strada. Ciononostante, giorno dopo giorno i ricercatori compiono dei passi che ci svelano piccoli tasselli in grado di fare la differenza. Un esempio? Gli studi compiuti sui resti di un’esplosione cosmica recentemente individuata.
A catturare la suggestiva immagine dell’esplosione è stato il telescopio Hubble, e, una volta osservata, gli scienziati si sono messi subito al lavoro per capire come trarre da questo fenomeno tutte le informazioni possibili. Il risultato? L’ottenimento di alcuni (decisivi) dati che ci raccontano qualcosa di più sulle stelle massicce e sul loro ciclo vitale.
Gas, polvere e stelle: i resti dell’esplosione cosmica
Ma facciamo un passo indietro. Precisamente qual è lo spettacolo che si è parato dinnanzi alle lenti del telescopio spaziale Hubble? Se dovessimo spiegarlo in maniera non scientifica, potremmo parlare di una sorta di vortice, di un turbinare di forme che sembrano convergere verso un unico punto centrale, creando un “morbido” effetto ottico che richiama sbuffi di nuvole e/o di ovatta: un vero e proprio spettacolo che persino in foto, dunque privo di movimento, lascia a bocca aperta.
In realtà, però, ciò che si vede non sono (ovviamente) sbuffi di nuvole: sono in primis dei gas che si uniscono, raggiungendo una certa densità, e che si mescolano in maniera costante e veloce alla polvere stellare e ai detriti spaziali. Il punto centrale, che risplende, è una giovane stella che sta emettendo i suoi “primi bagliori” in quel della costellazione del Toro.
L’esplosione cosmica e la nascita delle stelle
Perché parliamo di “primi bagliori”? Perché pare che questa esplosione cosmica altro non sia che parte del processo di “accensione” della stella individuata dalla Wide Field Camera 3 di Hubble. In sostanza, è come se stessimo assistendo ai suoi “primi passi”. L’oggetto stellare, ribattezzato IRAS 05506+2414, si trova a circa 9.000 anni luce di distanza dalla Terra e la sua individuazione condurrà gli astronomi a una maggiore consapevolezza sulle prime fasi di vita delle stelle massicce. Ma non è tutto qui.
Già, perché in realtà IRAS 05506+2414 potrebbe anche essere molto più di ciò che sembra: i resti dell’esplosione cosmica potrebbero infatti essere l’esempio della fine di un sistema di giovani stelle in favore della nascita di una stella massiccia. Quando nasce una giovane stella, i dischi di materiale che la circondano sono generalmente incanalati in due deflussi di gas e polvere. Nel caso di IRAS, invece, c’è del materiale che forma quasi un “ventaglio” e si diffonde in maniera insolita.
Il deflusso insolito e gli studi sull’esplosione
Questo materiale forma un deflusso inusuale, che viaggia a circa 350 km al secondo e sembra muoversi non dall’esterno verso l’interno ma, al contrario, dall’interno verso l’esterno. Per capirci di più, gli scienziati stanno misurando la distanza percorsa dai flussi intorno all’esplosione e stanno cercando di determinare due caratteristiche: quanto sia luminosa la giovane stella e quanta energia stia emettendo.
Solo ottenuti questi dati si potrà studiarne la massa, capendo davvero se ciò che Hubble ha catturato è sinonimo di un ciclo continuo, che crea nuova materia dalla materia e che indica una sorta di rinnovamento (seppur conseguente a un evento “traumatico”).