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Fioritura ciliegi in anticipo, non è un buon segno: perché dovrebbe preoccuparci

In Giappone l'hanami è ancora in anticipo: l'allarme lanciato dalla fioritura dei ciliegi nel mondo

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I cambiamenti climatici stanno modificando in maniera evidente la fioritura dei ciliegi in Giappone. Le tempistiche sono ben differenti rispetto al passato, ciò a causa delle emissioni di CO2 e dell’aumentato calore delle aree urbane. Questo non vuol dire soltanto riorganizzare le tempistiche dei propri viaggi in terra nipponica. Di seguito spieghiamo nel dettaglio perché dovremmo seriamente preoccuparci di tale processo.

Costa sta accadendo all’hanami

In Giappone esistono tradizione millenaria, che porta il nome di hanami. Questo termine fa riferimento alla contemplazione della tipica fioritura dei ciliegi, che nel Paese nipponico portano il nome di sakura.

Il cambiamento climatico sta “imponendo” agli alberi di ciliegio di fiorire sempre prima rispetto a quelli che erano gli standard passati. In termini sociali ciò comporta una ovvia anticipazione di questa celebrazione. Cosa vuol dire invece dal punto di vista ambientale?

La prima importante segnalazione di questo fenomeno risale al 2021, quando nella città di Kyoto si è verificato un evento storico senza precedenti. Il picco della fioritura dei ciliegi è avvenuto il 26 marzo invece che ad aprile, come accadeva da mille anni. Una modifica delle ben note tempistiche naturali che si è ripetuta negli anni successivi, registrando una sempre maggior tendenza all’anticipo.

Per quanto riguarda il 2024, si prevede che a Kyoto il picco della fioritura degli alberi di ciliegi avverrà tra il 24 e il 31 marzo. Al fine di organizzare al meglio le proprie vacanze, considerando come migliaia di turisti visitano il Giappone proprio in concomitanza con l’hanami, riportiamo di seguito le date delle principali città nelle quali è possibile ammirare tale spettacolo naturale:

  • Tokyo: 29 marzo;
  • Osaka: tra il 23 e il 31 marzo;
  • Hokkaido: fine aprile

Il Giappone ovviamente non è l’unico luogo al mondo nel quale sono presenti i ciliegi fioriti, questo dovrebbe essere chiaro a tutti. La conformazione naturalistica del paese, però, genera un fantastico spettacolo. I turisti vanno a caccia di queste fioriture in varie parti del mondo, come ad esempio il National Park di Washington, dove l’hanami si è già verificato.

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Il problema di questo anticipo

Se era ormai evidente a tutti come i cambiamenti climatici, innegabili ormai, influenzano direttamente i cicli naturali. Quello della fioritura dei ciliegi non fa ovviamente eccezione. Si registra così una media d’anticipo di 11 giorni rispetto a quelli che sono i tempi precedentemente ritenuti normali.

Un team internazionale è impegnato nello studio di questo fenomeno, evidenziando come le emissioni di CO2 e altri gas climalteranti siano responsabili di circa sei giorni di anticipo degli 11 totali di media indicati. Dove provengono, dunque, gli altri cinque giorni? In questo caso occorre puntare il dito contro il calore delle aree urbane, generato principalmente dal traffico di auto, moto e camion, così come dai riscaldamenti di abitazioni, uffici e negozi.

L’anticipazione della fioritura comporta differenti rischi, tra i quali il pericolo di gelate improvvise. Ciò può provocare danni enormi tanto alle piante quanto agli insetti. Evidenziare l’impatto su un fenomeno tanto affascinante consente di attirare l’attenzione del pubblico in merito a determinate problematiche. È necessario agire immediatamente, anche con piccoli gesti quotidiani. Al di là delle decisioni governative, se le masse decidessero di apportare piccole o grandi modifiche al proprio stile di vita, la natura ringrazierebbe. Ne è la prova il risveglio dell’ambiente registrato durante la pandemia di Covid.

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