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SICUREZZA INFORMATICA

Anche Intel nella rete degli hacker e non è la prima volta

A dicembre era toccato ad una controllata, ora i cybercriminali hanno mirato dritto ai server della capofila: rubati dati finanziari.

intel processore Fonte foto: Shutterstock

Agli hacker, come si è ormai ben capito, piacciono i pesci grossi. Così, mentre alla Casa Bianca ci si chiede se sia possibile hackerare la cyclette di Joe Biden, i cybercriminali hanno già messo a segno il colpo e pescato il pesce più grosso di tutti: Intel. Il produttore di CPU più grande, famoso e potente al mondo ha infatti comunicato ufficialmente di aver subito un data breach, un furto di dati.

I dati rubato sono quelli finanziari, quelli contenuti nell’ultimo report trimestrale del 2020 che, a causa dell’attacco, è stato pubblicato prima del previsto per evitare conseguenze peggiori. Il produttore statunitense di chip ritiene che un aggressore abbia ottenuto dettagli avanzati su un rapporto sugli utili, che doveva essere pubblicato solo dopo la chiusura del mercato azionario, come prevede la normativa di regolazione della borsa. In particolare è stata rubata una infografica salvata nella sezione dedicata alla stampa del sito Web ufficiale di Intel. L’azienda, per ovvi motivi, non ha fornito ulteriori informazioni se non quella che sta ancora indagando per capire cosa sia successo e, soprattutto, come.

Cosa conteneva l’infografica rubata a Intel

Il file rubato non conteneva informazioni vitali per l’azienda: è un’infografica che riporta i dati sulla forte crescita di Intel nel settore dei processori per PC, dovuta al boom dei laptop durante il lockdown per il COVID-19. Boom, come sappiamo, causato dallo smart working.

Niente di compromettente, quindi, ma resta il fatto allarmante che un hacker sia riuscito ad entrare in quelli che dovrebbero essere tra i server più sicuri al mondo, cioè i server di Intel, e che potrebbe essere riuscito a rubare anche altro. Un fatto ancor più preoccupante perché non è la prima volta che gli hacker “bucano” Intel: è già successo il mese scorso.

Il precedente Habana Lab

Il mese scorso, a fine dicembre, il gruppo Intel ha subito un altro data breach: quello ai danni di Habana Lab, società controllata che progetta e realizza processori per l’intelligenza artificiale. In quel caso gli hacker iniettarono un ransomware nei server di Habana Lab e riuscirono a rubare e criptare ben 53 GB di dati riservati.

Gli hacker hanno anche chiesto un riscatto in Bitcoin e pubblicato uno screenshot di prova del furto dei dati rubati su Twitter, poi rimosso dalla piattaforma social.