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Gli scienziati hanno trovato 1.701 tracce di asteroidi e hanno delle nuove teorie

Cosa si nasconde nella Fascia Principale? Le immagini di Hubble nascondono un tesoro colmo di asteroidi: ecco la scoperta

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Tracce di asteroidi Fonte foto: NASA, ESA, Pablo García Martín (UAM); Image Processing: Joseph DePasquale (STScI); Acknowledgment: Alex Filippenko (UC Berkeley)

Un progetto decisamente interessante, quello che ha coinvolto numerosi scienziati e più di 10mila cittadini comuni. Quelli che generalmente vengono definiti “citizen scientists”. Di fatto hanno passato in rassegna 37mila immagini d’archivio del telescopio spaziale Hubble. Un vero e proprio tesoro accumulato nell’arco di 19 anni di utilizzo. Quanto hanno ottenuto in cambio dell’impegno profuso è straordinario.

A caccia di asteroidi

Questo processo d’analisi ha portato all’individuazione di 1701 tracce di asteroidi. Di questo ampio numero, ben 1031 non erano mai stati catalogati prima. Si può parlare di una popolazione di corpi rocciosi quasi totalmente “invisibile”. Il motivo? Le dimensioni estremamente ridotte, rispetto alla media. Circa 400, di quelli catalogati, ha infatti dimensioni al di sotto di 1 km.

Al momento degli scatti, di certo non erano questi gli obiettivi prefissati del telescopio spaziale Hubble. Si può dire, infatti, come tali meteoriti abbiano sporcato le immagini che intenzionalmente sono state scattate. Lo spazio è però così ricco che anche elementi del genere hanno una notevole rilevanza per noi.

Per riuscire a ricostruire le tracce del moto di tali corpi rocciosi, è stato necessario combinare differenti esposizioni temporali. Osservando l’immagine della galassia immortalata, ci si rende conto di come tali tracce appaiano come delle curve al di sopra delle immagini di Hubble. Ciò è dovuto al fenomeno della parallasse.

Il telescopio non è stazionario ma in costante orbita intorno alla Terra. Il novero di asteroidi catalogati appartiene alla Fascia Principale, compresa tra Marte e Giove. Rispetto alla galassia nell’immagine, dunque, risultano più vicini di ben 10 trilioni di volte.

Cosa abbiamo scoperto

Spieghiamo un attimo la dinamica alla base di quanto immortalato. Hubble è, come detto, in costante movimento intorno alla Terra. Mentre orbita, osserva oggetti lontani. Gli asteroidi, però, sono tutt’altro che fermi e a loro volta si muovono lungo la propria orbita. Quando vengono immortalati in maniera involontaria, dunque, assumono differenti posizioni.

Gli scienziati conoscono però la posizione di Hubble e così, misurando la curvatura delle tracce che vengono lasciate dai corpi rocciosi, è possibile determinare le esatte distanze di questi ultimi. Si può dunque procedere a ottenere una stima di quelle che sono le forme complete delle orbite tracciate.

Le telecamere di Hubble ci consentono inoltre di misurare anche la luminosità, grazie all’estrema sensibilità di cui sono dotate. Il confronto tra queste misurazioni, insieme con la distanza calcolata, permette poi di effettuare una stima ragionevolmente accurata delle effettive dimensioni degli asteroidi.

Il primo impatto è stato di grande sorpresa, come espresso da Pablo Garcia Martin, autore principale dello studio: “Stiamo approfondendo la visione della popolazione più piccola di asteroidi della Fascia Principale. Siamo rimasti sorpresi nel vedere un numero tanto elevato di oggetti”.

Tutto ciò garantisce un accumulo interessante di dati in meriti alla formazione e all’evoluzione della fascia degli asteroidi. Trovarne così tanti, infatti, contribuisce a rafforzare la teoria che si tratti di frammenti di asteroidi più grandi, scontratisi e frantumati. Un processo ancora in corso, che dura da miliardi di anni.