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Nuova scoperta sulla Luna di Giove, hanno visto il suo lato "infernale" dalla Terra

Un sorvolo ravvicinato di una luna di Giove ha fornito informazioni cruciali alla NASA sul suo "inferno" e l'acqua presente

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La luna di Giove Fonte foto: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS. Image processing: Gerald Eichstädt/Thomas Thomopoulos (CC BY)

Due recenti sorvoli di Io hanno portato gli scienziati della missione Juno della NASA, su Giove, a trasformare i dati ottenuti in animazioni decisamente affascinanti. Questo lavoro ha portato a evidenziare due caratteristiche della luna di Giove: una montagna e un lago di lava in fase di raffreddamento, la cui superficie è talmente liscia da apparire come vetro. Le ricerche stanno fornendo numerosi dettagli, come quelli relativi ai cicloni polari gioviani e all’abbondanza di acqua.

L’inferno di Giove

Mercoledì 16 aprile 2024 sono state annunciate le nuove scoperte. Ne ha parlato Scott Bolton, ricercatore principale. È stata organizzata una conferenza stampa presso l’Assemblea generale dell’Unione Geofisica Europea a Vienna.

La missione Juno ha concretizzato dei sorvoli particolarmente ravvicinati su Io. Un’operazione effettuata tra dicembre 2023 e febbraio 2024. Ma quanto vicini ci si è spinti? A circa 1.500 km dalla superficie. Correndo questo rischio si è riusciti a ottenere le prime immagini ravvicinate delle latitudini settentrionali dell’affascinante luna di Giove.

Bolton ha spiegato come lo scenario di Io sia definibile come “infernale”, considerando il fatto che la luna sia disseminata di vulcani. Alcuni sono stati ripresi in azione durante il sorvolo: “Abbiamo anche ottenuto dei grandi primi piani e altri dati su un lago di lava lungo 200 km, denominato Loki Patera”.

Scenari fantascientifici, con isole incastonate nel cuore di questo lago magmatico. Ad oggi gli strumenti suggeriscono che alcune aree della superficie di Io siano lisce come il vetro. Qualcosa che riporta la mente al vetro di ossidiana generato dai vulcani terrestri.

La ricerca ha dimostrato, inoltre, come le differenze rispetto alle altre lune di Giove non si fermino alla superficie relativamente liscia: “Ha anche poli più freddi rispetto alle medie latitudini”.

Poli e acqua

Durante la missione, la sonda si è avvicinata al polo nord di Giove nel corso di ogni passaggio della sonda. Un cambiamento di orientamento che ha consentito allo strumento MWR (Microwave Radiometer) di migliorare incredibilmente la risoluzione dei cicloni polari settentrionali del pianeta. In questo modo è possibile effettuare un confronto tra i poli a più lunghezze d’onda. La NASA può dunque ribadire come non tutti i cicloni polari siano uguali.

“Una disparità evidenziata soprattutto dal ciclone centrale del polo nord – ha dichiarato il project scientist di Juno Steve Levin – Chiaramente è visibile nelle immagini a infrarossi e a luce visibile. La sua firma a microonde però non è così forte come quella di altre tempeste vicine. Ciò ci dice che la struttura sottosuperficiale dev’essere molto diversa da quella di altri cicloni”.

Uno degli obiettivi cardine della missione Juno, però, riguardava la raccolta di dati che possono contribuire a comprendere meglio la presenza abbondante d’acqua su Giove. Non si è alla ricerca di acqua liquida, sia chiaro. Si mira a quantificare la presenza di molecole di ossigeno e idrogeno nell’atmosfera planetaria.

Una stima precisa sarebbe chiave per poter ricomporre quello che è il complesso puzzle della formazione del nostro sistema solare. Giove è probabilmente il primo pianeta a essersi formato a contenere la maggior parte del gas e della polvere che non sono stati incorporati dal Sole.