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IPhone USB: la UE minaccia Apple

Apple sfida l’UE e per i nuovi iPhone 15 garantirà performance migliori solo con l’utilizzo dei cavi MFi. Non si è fatta attendere la risposta di Thierry Breton

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Come annunciato dalle diverse indiscrezioni in rete, Apple passerà all’USB-C per i suoi nuovi iPhone 15. Ma nonostante le pressioni dell’UE, il colosso di Cupertino vorrebbe comunque mantenere il controllo sui propri prodotti limitando la velocità di ricarica e di trasferimento dati per i cavi non certificati MFi.

La risposta dell’Unione Europea non si è fatta attendere e Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi della commissione Von Der Leyen, ha avvertito Apple che il mancato rispetto della normativa potrebbe portare a una risposta decisa da parte delle autorità.

Apple contro la normativa europea

La direttiva UE 2022/2380 sancisce le disposizioni per l’introduzione di un unico modello di caricabatterie, USB-C appunto, al fine di standardizzare i vari dispositivi in commercio e ridurre la produzione di rifiuti elettronici. Stando a queste regole, quindi, Apple è stata obbligata ad utilizzare la porta USB sui propri iPhone a partire dai device della futura serie 15.

Tuttavia l’analista Apple Ming-Chi Kuo ha anticipato che l’azienda garantirà velocità di ricarica e di trasferimento superiori esclusivamente con l’utilizzo di cavi MFI certificati, rallentando le performance per tutti gli altri. MFi è l’acronimo di Made for iPhone/ iPad/ iPod e consente ai clienti di riconoscere i prodotti di terze parti che sono verificati e approvati da Apple.

Per ognuno di questi cavi prodotti Apple incassa delle royalties, che nessuno vorrà più pagare (né i clienti saranno disposti a pagare i cavi MFi più di quelli generici) se da iPhone 15 in poi tutti i cavi USB-C saranno equivalenti. Per Apple, quindi, si profila la fine di un mercato molto redditizio grazie al quale a Cupertino hanno zero spese e molta resa.

Una posizione di rendita, insomma, che l’Europa non è più disposta a tollerare: a fronte di queste voci non è mancata la tempestiva risposta della Commissione europea con Thierry Breton che in una recente intervista a Zeit Online, ha tuonato contro Apple affermando che sarebbe inammissibile limitare le prestazioni dei caricabatterie e, se la società continuasse per questa strada, l’UE potrebbe vietare la vendita di iPhone nei paesi dell’euro zona.

Perciò, per evitare che altre società seguano il modello di Apple, l’autorità di Bruxelles pubblicherà entro il terzo trimestre del 2023 una guida su come interpretare le norme della direttiva UE per caricabatterie.

Quale futuro per i caricatori USB-C

Se da una parte Thierry Breton è stato chiaro sulla vendita di prodotti non conformi alla normativa europea, dall’altra è anche vero che le leggi al riguardo non entreranno in vigore fino al 28 dicembre 2024. A fronte di questo, Apple potrebbe teoricamente fare ciò che vuole con il nuovo iPhone 15, aderendo agli standard con un ipotetico iPhone 16 o, addirittura, solo su iPhone 17.

Molto dipenderà dalla reazione dell’UE che potrebbe rispondere al colosso di Cupertino con misure piuttosto severe, soprattutto per evitare che altri produttori decidano di seguire la strategie dei cavi MFi.

Oltretutto non è da escludere che l’azienda possa optare per le limitazioni di cui sopra e, in un secondo momento, rimuoverle con aggiornamenti software in modo da assecondare le imposizioni europee e, al contempo, proseguire almeno per qualche tempo per la sua strada.