Catturati 35 lampi radio provenienti da una galassia lontana: cosa dicono questi segnali?
Svariate le teorie per giustificare i 35 lampi provenienti dallo spazio profondo. Un caso ripetuto, che lascia il mondo della scienza ancora all'oscuro, o quasi
Sono stati individuate decine di esplosioni di energia che è possibile definire misteriose. Si parla di fast radio bursts (FRB), avvenuti nello spazio profondo. A individuarli è stato un telescopio che, generalmente, è impegnato nella ricerca di forme di vita extraterrestri. Fenomeni di questo genere sono caratterizzati da intensi impulsi di onde radio, per quanto brevi, che provengono da fonti ancora oggi sconosciute. Il SETI Institute è riuscito a catturarne 35 in totale.
Lampi sconosciuti nello spazio profondo
Questi FRB da dove provengono? È stato accertato che si tratti di un’altra galassia, che dista dalla Terra circa un miliardo di anni luce. Ad oggi non siamo ancora in grado di dire che cosa venga prodotto dai fast radio burst. Esiste però una teoria. Si pensa infatti che si tratti di un’emanazione di stelle morenti in galassie molto lontane. Qualcosa noto anche come stelle magnetar. Queste ultime vantano un campo magnetico molto potente, che gli scienziati ritengono sia in grado di sparare onde radio nello spazio. Generalmente parlando, si tratta di eventi unici. Guardando alle statistiche, infatti, meno del 5% dei lampi è stato visto ripetersi, stando alle centinaia di episodi individuati e analizzati. Parlare di schema regolare è dunque molto difficile.
Ecco però che appaiono delle incredibili eccezioni, ed è proprio il caso di quest’ultimo avvistamento. L’Allen Telescope Array, abbreviato in ATA, ha infatti consentito agli scienziati del SETI Institute di individuare un lampo radio molto particolare. Quest’ultimo si è infatti ripetuto per un totale di 35 volte nell’arco di due mesi. Una vera e propria scoperta clamorosa, che promette di gettare maggior luce su questo fenomeno naturale ancora molto oscuro. Tale osservazione ha confermato le proprietà dei burst ritenute in precedenza ma, al tempo stesso, ha portato i tanti ricercatori impegnati a scoprire dei nuovi schemi.
Forme di vita aliena
La dottoressa Sofia Sheikh, autrice principale dello studio, ha spiegato come si stia lavorando per restringere il campo della fonte dei lampi: “Nessun modello esistente, però, è in grado di spiegare tutte le proprietà osservate fino a ora”. Nello specifico, lo studio ha come fulcro il ripetersi dell’FRB 20220912°, che il team ritiene non presenti alcuno schema apparente. Ciò per quanto riguarda il momento di rilascio dell’energia o l’intervallo di tempo tra un’esplosione e l’altra. Si tratta di eventi della durata di millisecondi, con la maggior parte delle esplosioni che in seguito scompare. Il comportamento unico di questo FRB, però, consente agli scienziati di individuarne la posizione, per quanto la distanza consenta.
Il primo avvistamento risale al 2007 e da allora le teorie sono state svariate. Avi Loeb dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha ad esempio suggerito, nel 2017, che tali segnali potrebbero confermare la presenza di “esploratori dello spazio profondo”, all’opera a miliardi di anni luce dalla Terra. Il genere umano non perde dunque la speranza di riuscire a confrontarsi con altre specie intelligenti nello spazio. Per Loeb è da verificare fino in fondo l’ipotesi che questi FRB non siano altro che produzioni artificiali, intenzionali o meno. Ha infatti ipotizzato delle perdite di trasmettitori, in grado di generare dei brevi lampi rilevati sulla Terra.