I laser verdi avvistati dalla NASA hanno finalmente una spiegazione
Lo scorso mese di settembre hanno destato una certa sensazione i laser verdi notati nel cielo notturno giapponese, ma finalmente se ne sa di più
Il cielo è costellato di eventi misteriosi e che finiscono puntualmente per lasciare a bocca aperta. Ne sono un chiaro esempio gli strani laser verdi che alcune telecamere hanno immortalato lo scorso mese di settembre. È passato un po’ di tempo da quel giorno, ma finalmente si è riusciti ad andare a fondo della questione. Che cosa è successo in pieno autunno?
Anzitutto bisogna precisare che le scie luminose sono state individuate dai dispositivi che rilevano i movimenti all’esterno di un museo giapponese, quello della città di Hiratsuka. Si tratta di strumenti pensati proprio per catturare le meteore nel cielo e calcolarne la loro posizione, oltre alla luminosità e l’orbita. Un dettaglio ha permesso di chiarire l’enigma.
Cosa erano i famigerati laser verdi
I laser verdi di cui si sta parlando erano sincronizzati con un puntino dello stesso colore che si è notato di sfuggita tra le nuvole. A quanto pare, tutto sarebbe stato irradiato direttamente dallo Spazio, per la precisione da uno dei satelliti della NASA in orbita terrestre. La tecnologia responsabile si chiama Ice, Cloud and Land Elevation Satellite 2, un nome normalmente abbreviato in ICESat-2. Il satellite è andato a sorvolare il museo nipponico nel momento esatto in cui si sono visti i raggi misteriosi, dunque qualsiasi altra ipotesi (anche le più fantasiose che sono circolate finora) deve essere scartata.
È la prima volta che un filmato video riesce a catturare il satellite in azione: secondo quanto riferito dall’agenzia spaziale NASA, l’ICESat-2 sembrava essere proprio al di sopra del museo nel momento in cui si sono visti i laser verdi che hanno finito per colpire le nuvole basse ad angolo. Questa tecnologia è in orbita dal 2018 e sfrutta i laser per effettuare le sue rilevazioni. In effetti è stata pensata per calcolare quanto sono alte le calotte glaciali del nostro pianeta, ma anche lo spessore del ghiaccio marino.
La spiegazione legata ai laser verdi
I laser verdi non sono altro che sensori Lidar, acronimo che sta a identificare la Light Detection and Ranging. I Lidar servono appunto a misurare in 3D in maniera assolutamente precisa: nel caso del satellite della NASA, l’accensione avviene 10mila volte al secondo, con sei raggi di luce inviati dall’orbita direttamente sulla Terra. Si tratta del tempo esatto con cui i fotoni rimbalzano sulla superficie e poi tornano sul dispositivo della NASA. L’eccezionalità del video diffuso otto mesi fa sta nel fatto che è molto difficile scovare i raggi colorati dalla terraferma.
I laser verdi si trovano infatti a centinaia di chilometri di altitudine nello Spazio: la loro forza è impressionante, inoltre c’è bisogno di un riflesso della luce per visionare i laser stessi. Tra l’altro, nel giorno del video incriminato erano presenti abbastanza nuvole in cielo, ma non in grado di oscurare la luce verde. Quest’ultima è stata semplicemente dispersa e le telecamere del museo hanno finito per catturarla. La spiegazione sarà senza dubbio molto meno intrigante di quella di alcune ricostruzioni avveniristiche (inevitabile scomodare gli extraterrestri in situazioni come questa), ma di sicuro se ne sa di più su uno degli strumenti della NASA di cui parla con meno frequenza.