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SCIENZA

Una luce fantasma nel cielo sta ossessionando gli scienziati

Nello spazio più profondo, ci sono delle stelle che vagano senza una meta, emettendo una foschia spettrale: la loro esistenza è un vero mistero per gli astronomi.

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Alcune stelle, nello spazio più profondo, stanno vagando senza una meta lasciando alle loro spalle un bagliore spettrale che gli scienziati chiamano “luce fantasma”: questi corpi celesti non presentano alcun legame gravitazionale con una galassia, cosa che costituisce un vero e proprio mistero per gli astronomi. Sono nate già senza vincoli, sperdute all’interno dell’ammasso di galassie in cui continuano a muoversi, o si sono trovate a vagabondare solamente in un secondo momento? E quali sono le cause di questo fenomeno così bizzarro? Un nuovo studio potrebbe finalmente dare risposte ai tanti interrogativi degli esperti.

Hubble fotografa le stelle vagabonde e la loro luce fantasma

Osservando alcuni enormi ammassi di galassie, gli scienziati hanno notato la presenza di un misterioso bagliore cui hanno affibbiato il nome di “luce fantasma”: proviene da alcune stelle che si muovono liberamente all’interno di questi ammassi, prive di legami gravitazionali con le galassie tra cui continuano a vagabondare. Sono stelle “senza casa”, completamente alla deriva nel più profondo spazio intergalattico, e l’unica traccia che lasciano del loro passaggio è proprio la strana foschia luminosa catturata di recente dai telescopi della NASA.

Per capire quando e come queste stelle abbiano iniziato il loro incessante cammino tra le galassie, gli astronomi hanno condotto un’approfondita indagine: grazie al telescopio Hubble, che lavora con gli infrarossi, hanno cercato la luce intracluster – così viene chiamata la luminosità appartenente alle stelle senza galassia – in 10 giganteschi ammassi, alcuni distanti fino a 10 miliardi di anni luce da noi. Ovvero hanno fatto un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, osservando in che modo tale bagliore sia presente negli ammassi di galassie – alcune delle quali si mostrano ai nostri occhi come dovevano essere miliardi di anni fa.

In questo modo, gli scienziati hanno scoperto che le stelle orfane di galassia stanno vagabondando da tempi immemori. Il rapporto tra la luminosità intracluster e quella totale di ogni ammasso è più o meno costante per tutti gli ammassi osservati – anche quelli più distanti. “Questo significa che le stelle erano già senza casa nelle prime fasi di formazione dell’ammasso” – spiega James Jee, professore della Yonsei University di Seoul e coautore dell’articolo pubblicato su Nature. Se l’allontanamento delle stelle dalla loro galassia d’origine avvenisse in fasi successive, dovremmo infatti veder aumentare il loro numero (e di conseguenza la luminosità) con l’invecchiare degli ammassi.

Quando e come le stelle hanno iniziato a vagabondare

Gli astronomi hanno così scoperto che queste stelle senza galassia hanno iniziato il loro vagabondaggio miliardi di anni fa, quando gli ammassi erano nel loro periodo “d’infanzia”. Si tratta di un dettaglio fondamentale: ciò permetterà infatti agli scienziati di utilizzarle per studiare la materia oscura presente all’interno dell’ammasso stesso. Rimane però da capire come le stelle intracluster si siano “slegate” dalla loro galassia d’origine e abbiano cominciato a muoversi nello spazio più profondo, senza alcun legame.

Molte sono le ipotesi che gli esperti hanno avanzato: è possibile che le stelle si siano allontanate dopo un evento traumatico, come la fusione tra due galassie, oppure che siano state strappate via dalla loro galassia mentre quest’ultima orbita attorno al centro dell’ammasso. “Le teorie attuali non riescono a spiegare i nostri risultati” – afferma però il professor Jee – “In qualche modo devono essere state liberate in grande quantità nell’Universo primordiale. Nei loro primi anni di formazione, le galassie erano forte molto piccole e dunque potevano perdere stelle abbastanza facilmente a causa di una presa gravitazionale più debole“.

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