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SCIENZA

Adesso sappiamo qualcosa di nuovo sulla Luna: cambia le nostre convinzioni

Nuove osservazioni rivelano che sotto la superficie lunare siano ancora in atto movimenti dinamici, che cambiano ciò che sappiamo e la rendono viva e dinamica

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Per decenni, la Luna è stata considerata una sorta di mondo spento: una distesa silenziosa di polvere e rocce, senza alcuna attività interna. La comunità scientifica ha a lungo definito il nostro satellite come “geologicamente morto“, restituendoci l’immagine di un fossile cosmico che ha per lo più il compito di conservare la memoria del passato del nostro Sistema Solare. Ma se non fosse così?

La domanda non è casuale. Recenti osservazioni e analisi, infatti, hanno rilevato che il pallido astro nasconde qualcosa di più dinamico di quanto si sia mai sospettato. Piccole creste e segni di movimenti tettonici suggeriscono che la Luna non sia del tutto immobile: alcune aree potrebbero aver subito deformazioni negli ultimi 200 milioni di anni e, forse, ci sono cambiamenti in atto ancora oggi. Questo potrebbe riscrivere il modo in cui pianifichiamo le future missioni spaziali e ci fa porre una domanda affascinante: la Luna è “ancora viva“?

Lo studio sulla superficie lunare

Ma andiamo per ordine. Lo studio che in qualche modo scuote le nostre certezze sulla Luna è stato condotto da due scienziati dello Smithsonian Institution e da un geologo dell’Università del Maryland. Il loro lavoro, pubblicato su The Planetary Science Journal, ha analizzato dettagliatamente la superficie lunare utilizzando tecniche avanzate di mappatura e modellazione.

Gli studiosi hanno scoperto 266 piccole creste sul lato nascosto della Luna, una regione finora poco esplorata: queste strutture sembrano molto più giovani rispetto alle grandi creste già conosciute sul lato vicino. La loro età è stata stimata tramite il metodo del conteggio dei crateri con meno impatti sulla superficie, che indicano una formazione più recente. Proprio dopo questo conteggio, i ricercatori sono rimasti a bocca aperta perché queste creste si sarebbero formate negli ultimi 200 milioni di anni, e alcune potrebbero essersi sviluppate addirittura negli ultimi 160 milioni di anni.

L’analisi dei movimenti geologici

Cosa significa, dunque, tutto questo? È presto detto: fino ad ora si credeva che la Luna avesse smesso di essere geologicamente attiva oltre due miliardi di anni fa. Questa scoperta, invece, dimostra che il nostro satellite ha continuato a muoversi molto più a lungo di quanto pensassimo. In più, l’origine di queste creste potrebbe essere legata a due fattori principali: il restringimento della Luna da una parte e la sua particolare orbita dall’altra.

Il satellite, infatti, si sta lentamente contraendo man mano che il suo interno si raffredda: questa contrazione genera stress nella crosta lunare, portando alla formazione di strutture tettoniche come le creste osservate dai ricercatori. Andando all’orbita, anche qui è in atto una recessione: la Luna si sta allontanando gradualmente dalla Terra, circa 3,8 cm all’anno. Questo movimento potrebbe creare tensioni nella crosta lunare e contribuire alla formazione di nuove strutture.

Inoltre, la scoperta suggerisce che i “lunamoti” (terremoti lunari rilevati già negli anni Settanta dalle missioni Apollo) potrebbero essere collegati a questi processi. Se la Luna si sta ancora muovendo, capire meglio i suoi cambiamenti geologici sarà cruciale per le future missioni spaziali.

La Luna può ancora cambiare volto?

Come accennavamo, queste nuove rivelazioni sulla Luna hanno implicazioni pratiche molto concrete, specialmente ora che le agenzie spaziali stanno pianificando missioni di ritorno (e colonizzazione) del satellite. Se è vero che l’astro è ancora geologicamente attivo, le creste e le faglie potrebbero rappresentare rischi o opportunità per le future colonie lunari.

Inoltre, alcune aree potrebbero ancora in qualche modo cambiare aspetto. Certo, non si tratta di mutamenti o trasformazioni drastiche e immediate, ma se ne dovrà comunque tenere conto, specie nell’ambito della creazione di insediamenti umani stabili e in quello della ricerca e dell’estrazione di risorse.

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