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SCIENZA

Esplosioni e valanghe su Marte: la NASA sta monitorando il Capodanno sul pianeta rosso

La fine dell'anno su Marte è molto diversa da quella sulla Terra: ecco cosa accade a Capodanno e cosa la NASA ha osservato per 20 anni

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I ricercatori hanno già brindato per il Capodanno. Non quello relativo alla Terra, sia chiaro, bensì quello su Marte. Questi ha infatti già completato il proprio viaggio intorno al Sole. È avvenuto lo scorso 12 novembre 2024 e ora l’emisfero settentrionale sta attraversando un disgelo primaverile.

Capodanno su Marte

Un anno marziano corrisponde a 687 giorni terrestri. Se si guarda, inoltre, al solo emisfero settentrionale, ci si rende conto di come quest’aria riceva un trattamento naturale ben differente da quella sulla Terra.

Se qui l’inverno entra nel vivo, lì ha inizio la primavera. Ciò vuol dire che le temperature stanno aumentando, il che comporta un assottigliamento dei ghiacci. È tutto posto sotto la lente d’osservazione degli scienziati, che stanno “assistendo” a valanghe che vanno abbattendosi sulle pareti rocciose. Esplodono inoltre al suolo dei gas di anidride carbonica e venti molto potenti rimodellano il polo nord.

Una primavera che differisce non poco da quella terrestre. Noi, infatti, assistiamo a un gran numero di gocciolamenti, mentre il ghiaccio va sciogliendosi in maniera graduale. Su Marte il discorso cambia radicalmente, dal momento che tutto avviene in un sol colpo, o quasi.

L’atmosfera vaporosa di Marte non consente ai liquidi di accumularsi sulla superficie, come invece avviene sul nostro pianeta. Di fatto, il ghiaccio non si scioglie, bensì sublima, trasformandosi direttamente in gas.

Tutto ciò genera dei cambiamenti violenti, dal momento che sia il ghiaccio d’acqua che quello di anidride carbonica si indeboliscono di colpo e si rompono.

Primavera su Marte, lo studio

Gli esperti della Nasa hanno sfruttato telecamere e sensori a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), lanciato nel 2005, per studiare al meglio tutte le attività in corso sul pianeta rosso. L’obiettivo è comprendere al meglio le forze in azione, che modellano la dinamica della superficie di Marte.

Non si tratta di un controllo che ha avuto inizio oggi, sia chiaro. Nel 2015 la fotocamera HiRISE di MRO ha catturato un pezzo di brina di biossido di carbonio. Un esemplare largo 20 metri, immortalato in caduta libera. Vere e proprie valanghe di gelo, parte del tesoro d’immagini collezionato in 20 anni di ricerche sul pianeta.

Altra particolarità avvistata in primavera sono i geyser di gas, che lanciano sabbia scura e polvere in aria, fuoriuscendo violentemente dalla superficie. Getti che si formano a causa della sublimazione energetica del ghiaccio di anidride carbonica.

Tutto ciò ha permesso di ottenere foto davvero esaltanti, come quelle dall’alto e relative ai segni di raschiamento che rimangono sul terreno dopo che tutto il ghiaccio intorno ad alcuni geyser si è sublimato in estate. La sensazione è che Marte sia cosparsa di impronte di ragni giganti.

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