Sì, ci sono nuove prove della presenza di acqua liquida su Marte
L'analisi di un meteorite misterioso ritrovato nel 1931 rivela la presenza di acqua su Marte, ma la vicenda è più complessa di quanto si possa immaginare
Una storia che parte da un misterioso ritrovamento all’interno di un cassetto e finisce con nuove scoperte sul pianeta Marte: potrebbe sembrare un racconto fantascientifico da manuale, invece è proprio quello che è successo di recente.
Sì, perché un team internazionale di ricercatori ha da pochissimo messo sotto osservazione un antico frammento di meteorite, giungendo a nuove ed entusiasmanti conclusioni che riguardano la presenza di acqua liquida su Marte.
Il ritrovamento del meteorite e le successive analisi
Come spiega dettagliatamente lo studio pubblicato su Geochemical Perspectives Letters, la storia del frammento di meteorite protagonista di questa vicenda è davvero particolare. È stato ritrovato nel 1931 all’interno di un cassetto della Purdue University a West Lafayette, nell’Indiana.
Per questa ragione, il prezioso campione roccioso è stato ribattezzato Lafayette. La cosa divertente da sapere è che ancora oggi nessuno sa dove sia stato davvero raccolto né quando, così come non è noto il perché sia stato riposto senza essere catalogato. Ciò che è certo è che sin dal suo (nuovo) ritrovamento, è stato chiaro che non si trattava di un campione di roccia qualunque.
E in effetti i primissimi studi lo hanno dimostrato: Lafayette è stato quasi immediatamente identificato come meteorite marziano, ovvero direttamente proveniente da Marte. Non solo: in poco tempo gli studiosi sono stati in grado di stabilire che appartiene al gruppo delle nakhliti, rocce ignee espulse dalla superficie marziana circa 11 milioni di anni fa, in seguito all’impatto di un asteroide.
C’era solo una cosa che, almeno ai tempi, sembrava inspiegabile: il frammento sembrava aver interagito con acqua liquida, proprio mentre si trovava sul Pianeta Rosso.
Le tracce di acqua liquida
Nello specifico, studiando il meteorite gli scienziati hanno riscontrato la presenza di minerali alterati dall’acqua. Negli anni Novanta, però, non c’erano ancora tutti gli strumenti necessari per saperne di più. Inoltre, mancavano delle conoscenze di base per capire quanto e come si sia distribuita l’acqua su Marte nel corso dei millenni.
Solo adesso, a distanza di quasi un secolo, grazie a un lavoro di ricerca internazionale, gli studiosi sono riusciti a determinare l’età dei minerali, pari a 742 milioni di anni.
Conoscere la loro età ha permesso di comprendere una cosa cruciale: l’acqua che ha interagito con queste rocce non era parte di un fiume o di un lago, come si potrebbe immaginare. Piuttosto, derivava dal permafrost marziano: ghiaccio sotterraneo che, a un certo punto, si è sciolto a causa di una forte attività vulcanica.
Lafayette, una finestra sul passato
Questa scoperta dimostra che i meteoriti come Lafayette sono vere e proprie capsule del tempo che racchiudono tracce chimiche e fisiche che raccontano storie rivelatrici. Grazie alla correlazione tra il meteorite e il permafrost, adesso sembra verosimile l’ipotesi che 742 milioni di anni fa Marte non fosse un deserto completamente morto.
Anche se probabilmente non c’era acqua liquida in abbondanza sulla sua superficie, il pianeta poteva ancora ospitare condizioni temporanee favorevoli a reazioni chimiche e forse, chissà, alla vita microbica. Certo, c’è ancora molta strada da fare prima di avere certezze assolute su cosa accadeva sul Pianeta Rosso, ma una cosa è certa: sempre più ricercatori sembrano star battendo i percorsi giusti per risolvere gran parte dei suoi enigmi.