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Il mistero della prima aurora boreale: finalmente sappiamo la verità

Le aurore boreali sono diventate molto più comuni, ma una recente ricerca ha collocato la prima aurora boreale di sempre nel X secolo a.C.

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Aurora boreale, il mistero della "prima volta" Fonte foto: 123RF

L’inconsapevolezza della perfezione: la scrittrice Emily Dickinson descriveva in questo modo l’aurora, e questa descrizione che calza a pennello anche per l’aurora boreale. Si parla sempre più spesso di questo fenomeno, ma spesso rimangono dei dubbi che lo riguardano. Ad esempio, a quando risale la prima aurora boreale della storia? La risposta sembra essere stata trovata in questi giorni.

Ormai i casi di aurora boreale stanno arrivando fino all’Equatore, mentre il primo caso documentato dovrebbe risalire all’inizio del X secolo prima della nascita di Cristo. I ricercatori dell’Institute for Space-Earth Environmental Research presso l’Università di Nagoya in Giappone e del Rutherford Appleton Laboratory (Regno Unito) hanno esaminato un antico testo cinese.

In questo prezioso documento si parla espressamente di una “luce a cinque colori” che sarebbe stata avvistata di notte al termine del regno di Zhao, quarto re della dinastia cinese Zhou. Non sono ancora noti con certezza i momenti iniziali e quelli finali di questa stessa dinastia, ma con tutta probabilità la prima aurora boreale della storia dovrebbe essersi verificata tra il 977 e il 957 a.C. I testi che potrebbero riscrivere la storia di queste scoperte sono noti come “Annali di bambù”. Secondo i ricercatori, la descrizione della luce a cinque colori si riferirebbe a una tempesta geomagnetica, una situazione che si verifica in occasione dei brillamenti solari.

Una inclinazione diversa della Terra

Sono proprio queste tempeste così particolari che producono luci a dir poco meravigliose, un fenomeno che non è più così raro come in passato. C’è stato persino un record di avvistamenti in cui l’ossigeno ha dato spettacolo emettendo luce verde e rossa, mentre l’azoto di colore blu e viola. L’aurorale boreale caratterizza normalmente le latitudini settentrionali, anche se nel X secolo prima della nascita di Cristo la situazione era ben diversa. All’epoca, infatti, il polo nord magnetico terrestre era inclinato verso i continenti eurasiatici, circa 15 gradi più in prossimità della parte centrale della Cina di quanto non lo sia oggi.

L’episodio dell’800

Per questo motivo è probabile che gli antichi abitanti della nazione asiatica potrebbero aver benissimo assistito a un’aurora boreale, la spiegazione più plausibile delle luci a cui fanno riferimento gli Annali. Il numero di colori citato nel documento, poi, non deve sorprendere, visto che le aurore di media latitudine possono presentarne di più quando sono abbastanza luminose. Un esempio emblematico di questo “arcobaleno” geomagnetico è quello del 1847, quando nel Regno Unito si formò una sorta di corona vicino allo zenit magnetico da cui sembravano divergere tutti i raggi.

Vale la pena ricordare come altri fenomeni antichi siano stati scoperti in periodi non molto lontani da quello avvenuto in Cina. L’aurora boreale affascina da sempre, come ben testimoniato dalla missione della NASA che vuole realizzare un viaggio ad hoc per studiarla da vicino. Gli altri episodi antichi che hanno caratterizzato la storia delle aurore boreali sono collocabili tra il 679 e il 655 a.C., una data che è stato possibile dedurre grazie ad alcune tavolette di epoca assira. La luce a cinque colori di tantissimo tempo fa dovrà essere studiata con maggiore attenzione, anche se per il momento la portata della scoperta rimane altissima.