Ci sono dei posti in Italia dove l'afa e il caldo non esistono: ecco dove si trovano
Esempio di architettura ipogea, le neviere sono luoghi creati ad hoc dall'uomo per avere sempre una temperatura fresca. Sono diffuse in buona parte d'Italia e al loro interno non si soffre l'afa
L’afa avvolge la nostra penisola e le temperature si alzano (creando anche danni ingenti): l’estate è arrivata in maniera a dir poco impietosa, registrando picchi record anche nelle regioni generalmente più fredde. Alla luce di tutto ciò potremmo legittimamente chiederci se esistono dei posti in Italia dove il caldo è più tenue o, addirittura, non esiste. La risposta è sì: all’interno delle neviere (o ghiacciaie) non c’è praticamente traccia dell’intollerabile calura attuale.
Prima che facciate i bagagli per trasferirvi in uno di questi locali, però, frenate: non sono abitabili e sono esclusivamente (e a volte solo occasionalmente) visitabili. Ciononostante, qualora capitaste nei loro pressi o trovaste per caso una struttura ricettiva che li ha convertiti in alloggi, non esitate: entrare al loro interno in questo periodo è un vero toccasana.
Cosa sono le neviere?
Ma cosa sono nello specifico le neviere? Si tratta di costruzioni ipogee, ovvero realizzate parzialmente o totalmente sotto terra, all’interno delle quali venivano (e in alcune regioni ancora vengono) immagazzinati ghiaccio e neve. Le loro primissime tracce risalgono ai tempi dei Sumeri, che ne descrivono aspetto, caratteristiche e uso nella tavoletta dell’archivio reale del Palazzo di Zimri-Lim, conservata al museo del Louvre.
L’antico reperto racconta di come neve e blocchi di ghiaccio (a volte interi, a volte spezzati) venissero prelevati, trasportati e posizionati all’interno di un vano ampio ricavato dopo diversi scavi, profondo e arieggiato. Con il passare del tempo, queste strutture vennero “copiate” e realizzate in diverse parti del mondo (i Romani vi si ispirarono per il loro frigidarium), per lo più con il ruolo di conservare riserve d’acqua ghiacciate o cristallizzate per periodi di siccità. In alcuni casi, le neviere raggiungevano e raggiungono temperature ambientali sotto lo 0°C durante l’inverno, cosa che permette di portare al loro interno anche l’acqua allo stato liquido per trasformarla in ghiaccio e mantenerla in questo stato a lungo.
Le neviere in Italia
Come abbiamo già accennato, in Italia le neviere sono molto diffuse. Le prime di cui si ha testimonianza sono a Bologna e sono tuttora funzionanti, ma non a caso a contarne moltissime sono le regioni più calde: conservare quantità ingenti di acqua e ghiaccio era necessario per avere delle scorte utili da sfruttare durante l’estate, all’inizio anche e soprattutto per avere almeno un aiuto nei periodi più torridi e critici. In Sicilia queste strutture venivano ricavate scavando per lo più sulle montagne sulle quali si accumulava la neve: le più grandi si trovano sulle Madonie e sul monte Etna, ma ne esistono anche sui Peloritani, sui Nebrodi e sui monti Iblei.
La cosa più interessante è che in questa regione le neviere avevano varie forme (a dammuso, a cupola, a grotta) e con il passare del tempo il ghiaccio e la neve vennero usati prima a scopo medico e poi, tradizione che continua ancora oggi, per realizzare sorbetti e granite. La stessa sorte hanno avuto le neviere (chiamate domos de su nie o nieras) in Sardegna: diffusissime anch’esse sulle montagne, sono poi diventate essenziali per produrre la sa carapigna, uno speciale sorbetto al limone.
Non mancano neviere anche in Puglia, precisamente nel Salento, dove ancora oggi è possibile vederne alcuni esempi, scavati nel terreno e sormontati da una sorta di tetto in pietra ricoperto da vegetali. E al nord? Non mancavano e non mancano neanche lì: in Veneto presero il nome di giazera e iniziarono a essere costruite dal XVI secolo, in adiacenza alle Malghe, per conservare meglio gli alimenti durante i mesi estivi.
In Lombardia si diffusero a partire dal basso Medioevo. Chiamate giazer o giazzere, erano per lo più di forma circolare e molto profonde e servivano per conservare pesci di lago o ghiaccio a scopo sanitario. Le più famose (e ancora attive) si trovano alle conserve di Cazzago Brabbia, a Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, nei pressi del lago di Montorfano e nel centro storico di Amagno Strozza, dove si trova la più gettonata, ovvero la ghiacciaia del Maestro.
Esistono poi neviere anche in Toscana (il magazzino del ghiaccio della Madonnina) e in Piemonte, dove le più degne di nota sono le antiche ghiacciaie di Torino, costruite per immagazzinare ghiaccio che sarebbe poi servito per le attività commerciali.
Si possono visitare le neviere?
Alcune delle neviere sono visitabili: fra le ultime citate per esempio, a Torino, si può andare alla scoperta di quella all’interno dell’edificio del Mercato Centrale, a Porta Palazzo. Anche la ghiacciaia del Maestro è visitabile (solo su prenotazione). Nel resto d’Italia, alcune neviere sono incluse in percorsi escursionistici o vengono aperte in occasione di particolari giornate naturalistiche.