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SCIENZA

C'è qualcosa di nuovo sulla Luna: cosa si è schiantato sulla superficie?

Un nuovo cratere è stato avvistato sulla Luna, ma la sua origine è "umana": la sua formazione è infatti da imputarsi a un momento preciso dell'esplorazione lunare

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Il mese di agosto 2023 è stato preziosissimo per l’osservazione lunare. E no, non parliamo tanto di quella for dummies (nonostante il fascino dei due pleniluni che hanno caratterizzato il passato mese sia innegabile) ma anche e soprattutto di quella altamente specializzata svolta dalle agenzie spaziali. In particolare è stato il lavoro di analisi della superficie della Luna svolto da Lunar Reconnaissance Orbiter a fornire nuove importantissime informazioni sul nostro satellite e tra queste c’è anche la scoperta di un nuovo cratere.

Nulla di troppo sconvolgente, penserà chi ha un’idea di come si plasmi il volto della Luna, dato che molti meteoriti di grandi e piccole dimensioni lo colpiscono, lasciando un segno (quasi) indelebile. Tuttavia, il cratere in questione assume una rilevanza molto particolare perché la sua formazione non ha niente a che fare con i naturali detriti spaziali. Anzi, la sua origine è certamente umana.

Lunar Orbiter e il rilevamento del nuovo cratere

Come abbiamo già accennato, a rilevare e individuare il nuovo cratere è stato il Lunar Reconnaissance Orbiter (chiamato anche LROC o LRO), modulo orbitante della NASA che si muove attorno alla Luna con l’intento di studiarne la superficie senza mai atterrarvi sopra. LRO, alla fine di agosto, ha scattato una serie di foto dell’area a sud-ovest del cratere Pontécoulant G e, appunto, è riuscito a immortalare un nuovo avvallamento lunare dal diametro di circa 10 metri.

Il cratere si trova a 57.865 gradi di latitudine sud e 61.360 gradi di longitudine est e a un’altitudine di circa 360 metri. Perché diciamo che la sua origine è umana? Perché a provocarlo è stata una missione della Roscosmos, agenzia spaziale russa, che ha visto protagonista la sonda spaziale Luna-25.

La sfortunata avventura di Luna-25

Ma qual è la storia di Luna-25? È presto detto: la sonda russa, che pesava 1.750 kg (compresi ben 975 kg di propellente) è stata lanciata il 10 agosto 2023 dal Cosmodromo di Bajkonur. Già all’inizio del suo viaggio sono state necessarie delle correzioni di traiettoria e quando, dopo quasi 5 giorni di viaggio, il velivolo si è avvicinato alla Luna, i responsabili tecnici hanno anche dovuto ridurre la sua velocità. Per fare ciò sono stati necessari altri tre giorni, durante i quali gli scienziati russi hanno anche cercato di stabilire quale fosse il posto giusto per l’allunaggio.

Il 19 agosto Luna-25 ha iniziato la sua discesa, ma durante il tragitto è stata riscontrata un’anomalia (per la precisione gli scienziati hanno rilevato una riduzione troppo accentuata dell’orbita) che ha fatto sì che i suoi manovratori ne perdessero il controllo. Ciò ha portato a uno schianto a gran velocità, con la conseguente creazione del nuovo cratere.

Uno sguardo al nuovo avvallamento lunare

La presenza di un nuovo cratere era prevedibile (se non addirittura scontata): la stessa Roscosmos, il 21 agosto, aveva infatti annunciato che per via della velocità e della traiettoria quanto avvenuto a Luna-25 sarebbe stato evidente anche negli anni a venire. È anche per questa ragione che il team di LROC, subito dopo l’accaduto, ha cercato di indirizzare Lunar Orbiter verso la zona interessata.

Il team ha iniziato a spostare l’orbiter il 22 agosto e quando il 24 agosto il velivolo si è trovato in quella che è stata ritenuta una posizione favorevole per il rilevamento del nuovo cratere, gli scienziati hanno avviato il processo di sequenziamento, che è stato completato in circa quattro ore e ha raccolto le immagini che hanno catturato questa nuova formazione “umana”. Naturalmente, per avere la prova che non si trattasse di un cratere pre-esistente, il tram del Lunar Orbiter ha fatto dei confronti con delle immagini della stessa area raccolte negli anni passati.

Lo studio di quanto è accaduto in seguito all’impatto, secondo gli scienziati della NASA, è fondamentale perché permette di capire come e quanto il suolo lunare si plasma e si modifica a seguito di schianti di diversa entità.