Olimpiadi 2024, allarme Senna inquinata: cosa c'è che non va nel piano di Parigi
La Senna è inquinata al punto tale da rendere rischioso il triathlon ai Giochi Olimpici di Parigi. Ma non era stata bonificata? Cosa sappiamo.
Gli occhi sono puntati sulla città di Parigi da quando lo scorso 26 luglio sono iniziate le Olimpiadi. Un evento sportivo e mediatico di enorme portata che, com’è ovvio, ha suscitato elogi ma anche critiche nei confronti degli organizzatori. Uno dei temi caldi riguarda la Senna, il fiume che attraversa la capitale francese che è stato dapprima scenario della grande parata acquatica di apertura e, poi, anche delle gare di triathlon. Era dal 1923 che vigeva il divieto di nuoto nella Senna ma con un ambizioso progetto, iniziato nel 2016, diversi team specializzati hanno lavorato duramente per renderlo nuovamente balneabile. A una rapida occhiata la bonifica del fiume risulta essere un totale fallimento, ma c’è dell’altro?
L’ambizioso progetto di bonifica della Senna
È bene partire da un presupposto essenziale. Le autorità e i team coinvolti hanno lavorato sinergicamente affinché la Senna tornasse balneabile, proposito non circoscritto alle sole Olimpiadi. Il reale obiettivo sin dall’inizio era rendere il fiume balneabile a lungo termine, anche per i cittadini, monitorando e proteggendo l’ambiente fluviale e favorendo lo sviluppo della sua biodiversità.
Non era un segreto che la Senna fosse contaminata dalle acque reflue dell’intera città – d’altronde si trova entro un contesto urbano – ed è per tale ragione che il progetto di bonifica, iniziato già nel 2016 (si stima un investimento di oltre 1 miliardo di euro), ha previsto la sostituzione di sistemi fognari ormai obsoleti e la costruzione di bacini di ritenzione dell’acqua piovana. Questi ultimi servono a immagazzinare l’acqua in eccesso prodotta durante forti temporali, riducendo così la quantità di acqua non trattata che finirebbe dritta nel fiume.
Perché i test sui campioni d’acqua falliscono
I nuovi sistemi avrebbero dimostrato di funzionare, mantenendo il fiume sufficientemente pulito per la balneazione. All’alba dei Giochi Olimpici, però, sono sorti dei dubbi che, a dirla tutta, vi sono anche a Giochi iniziati. Era stato dato il via libera per le gare di triathlon perché i campioni d’acqua analizzati mostravano che i livelli di batteri potenzialmente dannosi erano sicuri per gli atleti pronti alla gara, ma da un giorno all’altro si è passati al risultato opposto.
Come si spiega tutto ciò? Vi sarebbe una stretta correlazione tra condizioni atmosferiche e climatiche – vedi riscaldamento globale o fenomeni meteorologici estremi – e qualità dell’acqua. Jamie Wilks, dottore di ricerca presso l’Institute of Sports Business della Loughborough University di Londra, ha spiegato a Wired che "L’aumento delle temperature medie globali aumenta la probabilità di brevi e intensi acquazzoni" e che "Parigi ha sperimentato forti piogge durante giugno e luglio in cinque degli ultimi otto anni".
Dunque, seguendo questo ragionamento, con le giuste condizioni i sistemi messi in atto manterrebbero il fiume sufficientemente pulito per la balneazione. Quando queste condizioni mutano, si rischiano gli "incidenti" a cui il mondo intero ha assistito in questi giorni, ovvero il fallimento dei test sulla qualità dell’acqua.
Il cambiamento climatico influenza davvero la qualità dell’acqua?
Il tema ha coinvolto numerosi esperti, come Loïs Mougin, dottore di ricerca presso la School of Sport, Exercise, and Health Science della Loughborough University: "Se nei prossimi anni non verranno realizzati nuovi progetti per raccogliere il deflusso delle vie d’acqua, è altamente probabile che la balneabilità della Senna e l’apertura di aree ricreative e sportive dipenderanno dagli eventi meteorologici, con divieti di balneazione dopo i giorni di pioggia".
Una prospettiva tutt’altro che rosea. È dello stesso avviso Jean-Marie Mouchel, professore di idrologia alla Sorbona, che ha aggiunto: "Anche senza un aumento delle condizioni meteorologiche estreme, mantenere la Senna sufficientemente pulita da poterci nuotare nonostante i normali eventi meteorologici, come le normali piogge estive, è una grande sfida", riporta ancora Wired. Se è vero che gli eventi meteorologici estremi possono avere un impatto nocivo sulla qualità dell’acqua, è vero anche che effetti simili si riscontrano dopo eventi tutt’altro che "eccezionali" e lo dimostrerebbe il fatto che l’estate scorsa per circa il 30% del tempo la Senna è risultata impraticabile, nonostante non vi fossero state forti piogge.
I rischi per la salute sono reali
Esiste una soluzione? Monitorare costantemente le acque della Senna non ha dato i risultati sperati, ma c’è chi sostiene che occorrano semplicemente i giusti metodi e strumenti. Non a caso sull’argomento è intervenuto anche Dan Angelescu, CEO della start-up di monitoraggio delle acque Fluidion, che produce dispositivi di campionamento remoto dell’acqua e collabora con le autorità parigine: "La variabilità [del meteo, ndr] dovuta al cambiamento climatico è un problema importante e questo non farà che complicare le cose". Fluidion ha sviluppato una nuova tecnologia che consente un monitoraggio dell’acqua costante e rapido, evitando lungaggini tra prelevamenti di campioni e successivi invii e analisi in laboratorio. Questi possono essere analizzati in loco, rendendo pubblici i dati in tempo reale.
Come ricordato da Mougin: "È fondamentale che i dati batteriologici vengano pubblicati quotidianamente, insieme alle informazioni sui rischi associati", tra cui problemi gastrointestinali e infezioni degli occhi e della pelle. Problemi di cui si sono già visti gli effetti: pensiamo alla conclamata presenza di Escherichia coli nell’acqua, al ritiro di un’atleta belga che ha contratto l’infezione e, in ultimo, alla sospensione degli allenamenti.