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Perché il Sole continua a esplodere: cosa sta succedendo

La NASA ha osservato e fotografato uno dei brillamenti solari più intensi e forti mai visti finora: un fenomeno affascinante, ma che conseguenze ha sul nostro Pianeta?

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Non sarebbe un nuovo giorno sulla Terra, se il Sole non sorgesse. Una inequivocabile certezza la nostra stella che, come dimostrano le meravigliose immagini catturate dalla NASA, è tutt’altro che dormiente. Anzi, il Sole è più attivo che mai, un “oggetto dinamico” come lo definiscono gli astronomi dell’agenzia spaziale americana, che sono riusciti a osservare (e fotografare) uno dei brillamenti solari più intensi di sempre.

Perché il Sole continua a esplodere

“Il Sole ha emesso un forte brillamento solare, con un picco alle 16:25 EDT del 2 ottobre 2022“, questa la comunicazione ufficiale del Solar Dynamics Observatory della NASA, missione (e relativo team di scienziati) che si occupa proprio del costante monitoraggio e dell’osservazione delle attività che interessano la superficie solare, e non solo.

La nostra stella non è mai stata così attiva e, in particolare, le immagini della NASA ci mostrano per la prima volta uno dei brillamenti solari più intensi mai osservati. Gli astronomi lo hanno classificato come X1, dove la lettera X si riferisce appunto alla classe del bagliore (quella più alta) e il numero indica, invece, il valore della sua forza (in questo caso 1 su 9). Una prova tangibile di come via via ci stiamo dirigendo verso il picco più alto di attività solare, dove i brillamenti si verificano con sempre con maggiore frequenza.

Le immagini catturate dalla NASA sono a dir poco affascinanti, proprio come la loro descrizione: “Il Sole avvolge la maggior parte dell’immagine con vortici di attività solare visibili su tutta la sua superficie – riporta il Solar Dynamics Observatory – in sfumature di arancione che differiscono dall’arancione scuro ruggine all’arancione quasi giallo brillante rispetto al calore dei materiali solari. Tra le sfumature vorticose dell’arancione, ci sono alcune regioni del Sole quasi bianche luminose che mettono in risalto il materiale estremamente caldo delle eruzioni dei bagliori solari. Lungo la periferia esterna del Sole, la sua luce permea l’oscurità dello spazio creando apparizioni sfocate al loro incrocio. Lo sfondo dell’immagine è l’oscurità dello spazio”.

Cos’è un brillamento solare

Quello osservato lo scorso 2 ottobre dal Solar Dynamics Observatory è uno dei più intensi mai registrati, ma i brillamenti solari sono attività praticamente costanti sulla superficie del Sole. Non sono altro che potenti esplosioni di energia che creano un’eruzione di radiazione elettromagnetica dall’atmosfera solare, nonché gli eventi esplosivi più potenti del nostro Sistema Solare. “I bagliori più potenti hanno l’energia equivalente a un miliardo di bombe all’idrogeno, energia sufficiente per alimentare il mondo intero per 20.000 anni”, spiega la NASA.

Il brillamento solare è pericoloso per la Terra?

Considerato che la luce impiega circa 8 minuti per viaggiare dal Sole alla Terra, lo stesso vale per l’energia emessa da un bagliore sull’atmosfera solare. Ma tutto questo rappresenta un pericolo per il nostro Pianeta o possiamo star tranquilli?

È vero che i brillamenti solari colpiscono la Terra, ma soltanto quando si verificano sul lato del Sole rivolto verso il nostro Pianeta e gli effetti dipendono ovviamente dalla classe di appartenenza (B, C, M e X, dal meno al più intenso). Quando le radiazioni solari ci raggiungono, ci pensa l’atmosfera terrestre ad assorbire la maggior parte di esse, perciò nei fatti è altamente improbabile che possano rappresentare un pericolo diretto per gli umani che popolano la Terra.

Ma esistono comunque dei fattori di rischio. Come ben spiega la NASA, i brillamenti solari di maggiore intensità possono avere un impatto su alcune delle nostre tecnologie, in particolare sulla radio ad alta frequenza utilizzata per la navigazione e il GPS: picchi di elettricità e scintillazioni nella ionosfera portano a blackout del segnale radio che possono durare minuti o addirittura ore. I bagliori rappresentano, infine, un pericolo per i veicoli spaziali e gli astronauti in orbita al di fuori dell’atmosfera terrestre.