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Perché sono morti tantissimi delfini in mare

Nelle ultime settimane sono morti e continuano a morire tantissimi delfini in mare: una strage che mostra l'impatto della guerra sull'ecosistema.

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Morti delfini nel Mediterraneo, conseguenze della guerra Fonte foto: 123RF

La guerra porta con sé una scia di morte e distruzione di proporzioni incredibili. Lo stiamo vedendo ogni giorno grazie alle immagini che arrivano in Italia dalle città ucraine, poste sotto assedio dai bombardamenti russi. Tutta la zona è un campo minato e lo sono diventate anche le spiagge che affacciano sul Mar Nero, habitat naturale per centinaia di esemplari di cetacei. E questa è soltanto una delle ragioni per cui tantissimi delfini stanno lentamente morendo, in quella che possiamo definire una delle più grandi stragi registrate negli ultimi decenni.

Strage di delfini nel Mar Nero: è allarme

A lanciare l’allarme sono state due organizzazioni impegnate nella tutela e nella salvaguardia dell’ecosistema in Turchia e Bulgaria (Tudav e Green Balkans) e la situazione appare drammatica. Da quando è scoppiato il conflitto Ucraina-Russia i volontari ambientalisti del Parco Nazionale delle lagune di Tuzly, istituito e gestito dal Nature Preservation Fund, hanno visto andare in fumo decenni di lavoro per la protezione e la salvaguardia delle specie che popolano l’area.

Per circa trent’anni hanno realizzato dei canali che consentissero ai delfini e agli altri pesci di migrare dalle coste marine alle lagune più interne, per riprodursi in primavera. Ma quest’anno tutto ciò non è stato possibile: le spiagge sono disseminate di mine, i volontari non hanno potuto ricavare dalla superficie i canali di passaggio e per la popolazione marina è stato impossibile compiere l’abituale viaggio. Tutto questo ha un ulteriore impatto sull’ecosistema, perché l’assenza di pesci nelle lagune impedisce alla folta popolazione di aironi (oltre 5mila) di nutrirsi, come fanno abitualmente nella stagione primaverile.

Perché tanti delfini stanno morendo

Dal 24 febbraio 2022, giorno in cui è scoppiato il conflitto in Ucraina, lungo le coste del Mar Nero sono state rinvenute oltre 130 carcasse di cetacei, in gran parte delfini comuni (Delphinus delphis) presenti anche nel mare italiano, il Mediterraneo, e si fa sempre più papabile un’ipotesi: gli esperti ritengono altamente probabile che a causarne la morte sia l’utilizzo dei sonar navali da parte dell’esercito ucraino.

Non è la prima volta che si registra un simile fenomeno. Era già accaduto nel 2018 quando, in seguito alle esercitazioni di alcune navi americane e britanniche al largo nell’Atlantico, furono ritrovati morti in Scozia e Irlanda tantissimi esemplari di zifidi (Ziphius cavirostris) e mesoplodonti di Sowerby (Mesoplodon bidens). Le stime allora parlavano di oltre mille perdite, proprio come temono gli esperti che si stanno occupando della situazione sulle coste del Mar Nero.

Questi cetacei fanno affidamento sull’ecolocalizzazione (bisonar) per muoversi, nutrirsi, riprodursi e difendersi dai potenziali predatori. Tutto ciò grazie a un sonar biologico (lo stesso dei pipistrelli) che rappresenta per questi animali lo strumento essenziale per la sopravvivenza e la comunicazione, come hanno appurato gli scienziati in Scozia studiandone i comportamenti più “strani”. L’uso dei sonar militari, dunque, potrebbe essere proprio la causa principale di queste morti, come afferma lo studio Advances in research on the impacts of anti-submarine sonar on beaked whales pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B.

I sonar MFA installati sulle navi militari, quelli che in sostanza servono a rintracciare la presenza di sottomarini, raggiungono i 200 decibel, un rumore assordante e insopportabile per i delfini. Immaginate di avere un intera band rock che suona a un centimetro dall’orecchio: l’effetto è praticamente il medesimo. La paura e il dolore diventano tali da spingere gli animali a scappare, risalendo in superficie troppo rapidamente e morendo spesso a causa della sindrome da decompressione.

Decine di delfini intrappolati nelle reti da pesca o spiaggiati in Turchia, tanti esemplari di marsuini del Mar Nero (Phocoena phocoena relicta) hanno perso la vita in Bulgaria. E, purtroppo, sono cifre destinate a crescere con il passare delle settimane.

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