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Duemila terremoti in un giorno: cosa sta succedendo al fondale oceanico?

A largo di Vancouver, in Canada, registrati 2mila terremoti in un giorno: si sta formando una nuova crosta oceanica

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È stata registrata un’attività sismica da record in Canada. Una notizia che ha rapidamente fatto il giro del mondo, considerando le cifre indicate. Il tutto è avvenuto a largo della costa dell’isola di Vancouver e gli scienziati ritengono potrebbe trattarsi di un passo importante verso la formazione di una vera e propria nuova crosta oceanica.

Migliaia di terremoti in Canada

Perché la notizia dei terremoti registrati in Canada è rapidamente divenuta virale? Il motivo è connesso al numero di scosse indicate dagli esperti: quasi 2mila in un solo giorno. L’evento senza precedenti è avvenuto agli inizi di marzo 2024. Potrebbe indicare il processo per la formazione di una nuova crosta oceanica.

Ciò avverrebbe attraverso una rottura magmatica nelle estreme profondità del mare. È bene precisare, però, come i cittadini di Vancouver, e del Canada in generale, non siano in alcun modo in pericolo. Questo tipo di terremoti, infatti, non rappresenta una diretta minaccia per la salute dell’essere umano.

Si tratta di scosse generalmente di bassa magnitudo. Nello specifico i movimenti si sono concentrati in un punto noto come sito Endeavour. Questo si trova a 240 km, circa, dalla costa di Vancouver. Un sito particolare e da tempo sottoposto a studi. Vanta una serie di fumarole idrotermali ed è sulla dorsale di Juan de Fuca, dove il fondo oceanico si sta allontanando.

Un’area separata dalla zona di subduzione (regione dove una placca tettonica lentamente affonda nel mantello, al di sotto di un’altra placca), che è ben più vicina alla costa e può generare terremoti distruttivi. Questa la rassicurazione di Zoe Krauss, dell’Università di Washington.

Analisi scientifica

Questa tipologia di terremoto è in realtà molto utile per scoprire ulteriori dettagli sul fondo oceanico. Nello specifico su come si allontana e si forma una nuova crosta. La placca del Pacifico e la placca di Juan de Fuca si stanno allontanando, proprio nel sito di Endeavour citato.

Un allungamento che genera delle linee di faglia lineari, assottigliando di fatto la crosta. Tutto ciò comporta una risalita di magma che, quando raggiunge la superficie, si raffredda e procede a indurirsi. In estrema semplicità si spiega così la formazione di una nuova crosta oceanica.

Quest’area oceanica è costantemente sottoposta a monitoraggio. La regione è divenuta molto più attiva a partire dal 2018. Numerosi i sismi registrati, ha spiegato Krauss, ma quanto accaduto il 6 marzo è senza precedenti. Un’attività molto intensa, con il fondale marino scosso quasi ogni ora da circa 200 lievi terremoti. Il tutto per un totale giornaliero di 1.850 terremoti. Come detto, però, nessun rischio per la popolazione, considerando anche come la maggior parte fosse di magnitudo inferiore a 1.

La studiosa ritiene come la causa più probabile sia un accumulo di un’enorme quantità di stress. È ciò che avviene quando le placche si allontanano di circa 1 metro. Si allevia lo stress quando il magma sale nella crosta, ormai eccessivamente sottile, raffreddandosi.

Un ciclo che si ripete ogni 20 anni, circa. L’ultima volta che il sito era stato così instabile, infatti, era il 2005. Da inizio marzo l’attività sismica è andata scemando. Gli studiosi continuano il proprio lavoro di monitoraggio, che prosegue dal 2011. Tante sono le domande ancora senza risposta, dalla fonte del magma all’impatto sul sistema di fumarole.

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