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SCIENZA

"Una scoperta che riscriverà la storia": ritrovamento incredibile in Italia

Un tesoro unico, accompagnato da iscrizioni particolari che riscrivono e ridefiniscono la storia: l'Italia si è resa protagonista del ritrovamento di ben 24 bronzi, che ci parlano di una storia tanto lontana quanto essenziale per noi

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No, non è un’esagerazione: l’Italia si è resa protagonista di una straordinaria scoperta, che può in qualche modo riscrivere la storia dell’umanità. Un team di archeologi ha infatti annunciato e mostrato al mondo intero il ritrovamento di  24 bronzi, che per ben 2.300 anni erano rimaste celate in uno stabilimento termale di San Casciano, in provincia di Siena.

La missione di scavo è stata portata avanti per settimane, con grande dedizione, da ben 50 archeologi che già da diverso tempo avevano preso in esame il sito. Le terme di San Casciano, infatti, erano un’anomalia pacifica in un contesto storico segnato da guerre e conflitti che si estendevano nelle attuali Toscana, Umbria e Lazio. E adesso, sappiamo qualcosa che può riscrivere la storia.

Il Santuario del Bagno Grande e la sua unicità

Ma facciamo un passo indietro e proviamo a immaginare cosa succedeva 2300 anni fa a San Casciano. Nel luogo di questo speciale ritrovamento sorgeva un’area destinata a un triplice uso: una sorta di nosocomio da una parte, con acque curative, una spa con vasche dedicate al relax e un tempio dove i sacerdoti ascoltavano sia etruschi che romani, dando loro consigli e indicazioni sul futuro, oltre che rassicurazioni e oracoli.

Il sito, chiamato Santuario del Bagno Grande, era a dir poco frequentato. La cosa importante è che fu fondato dagli etruschi e poi passò ai romani, ma non in maniera violenta: scienza, religione e cultura dei due popoli si fusero in maniera non solo insolita, ma anche e soprattutto esemplare, dando vita a quello che Jacopo Tabolli, archeologo e studioso a capo della missione che dal 2019 porta avanti le ricerche e gli scavi sul sito, definisce «uno spazio di cura e di preghiera che riscrive il rapporto e la dialettica tra etruschi e romani».

Il tesoro nascosto sotto l’acqua e il fango

Che il Santuario fosse un luogo speciale era già stato documentato dagli ex voto: centinaia di piccolissimi bronzi che costituiscono dei reperti eccezionali e forniscono uno spaccato delle abitudini delle persone che frequentavano il luogo, delle malattie più frequenti all’epoche e degli usi delle singole vasche, che differivano in maniera sostanziale.

Proprio nella vasca più grande e profonda di tutte, destinata al voto sacro e alla devozione più pura, è stato trovato il tesoro più importante: i 24 bronzi. Secondo il professor Tabolli e il suo team, è molto probabile che in questa vasca non ci si immergesse mai, ma che ci si “limitasse” a offrire oggetti alle divinità, come se quello specchio d’acqua appartenesse a loro e a loro soltanto, senza poter essere davvero sfiorato dall’uomo.

I 24 bronzi ritrovati sono incredibili: realizzati probabilmente da artigiani locali, rappresentano figure intere di divinità e di persone, straordinariamente dettagliate, le cui dimensioni non sono mai eccessive (per facilitarle il trasporto e l’immissione in acqua). Insieme a queste statue, che si possono datare tra il II secolo A.C. e il I secolo D.C., sono stati anche ritrovati attrezzi medici e persino due poliviscerali, delle specie di “tac” stilizzate.

Tesori che parlano di integrazione

Stando ai recenti ritrovamenti e alle analisi svolte sul sito, il  Santuario del Bagno Grande esisteva almeno dal III secolo a.C. ed è rimasto attivo fino al V secolo d.C. Durante questo periodo, le civiltà romane ed etrusca si sono integrate e stratificate, dando vita a uno spazio tanto sacro quanto ammirabile, un vero esempio di comunione tra i popoli. Dopo il V secolo d.C. il santuario venne chiuso, probabilmente perché ritenuto pagano, ma non distrutto.

Le vasche furono sigillate con colonne di pietra e, probabilmente, alcuni dei bronzi ritrovati non erano originariamente stati consegnati all’acqua ma sono stati immersi quando il santuario fu chiuso, con grande rispetto, senza vere intenzioni di annichilimento del credo politeista. Anche questo fa riflettere sulla reciproca stima tra i popoli e il fatto che oggi il tesoro sia intatto riscrive una parte di storia che vuole necessariamente un eterno conflitto tra la Roma cristiana e le altre civiltà.