Scoperta la più grande fake news sul nostro cervello
Questa notizia falsa sul cervello è diventata conoscenza comune nella nostra quotidianità, ma moltissimi neuroscienziati negli anni sono riusciti a smentirla
Una fake news è una notizia falsa che viene spacciata per vera attraverso la sua ripetizione costante, tanto che entra nella nostra quotidianità, assume un suo senso e la diamo per scontata. Di solito viene accompagnata da spiegazioni scientifiche più o meno campate per aria, che sembrano vere ma che non reggono la prova di una analisi più approfondita. Un esempio: il fatto che usiamo solo il 10% del nostro cervello. Fake news.
Il 10% del nostro cervello
Su questo tema sono state fatte decine e decine di studi scientifici approfonditi. “Non c’è assolutamente spazio per nessun dubbio”, ha detto a Discover Magazine Sandra Aamodt, neuroscienziata appassionata del tema: quella sul 10% del nostro cervello è una fake news. Molte risonanze magnetiche negli anni hanno dimostrato che tutte le parti del cervello si attivano mentre quest’ultimo è al lavoro, anche se – ovviamente – non tutte simultaneamente, perché ogni parte svolge un ruolo particolare.
I neuroscienziati possono dire più o meno cosa fanno le varie parti – e sanno farlo dall’epoca della Seconda Guerra Mondiale, quando dal fronte tornavano molte persone con lesioni cerebrali più o meno serie, che andavano studiate e curate. “Studiare i veterani e sottoporli a test per vedere cosa potevano o non potevano fare a seconda di dove il loro cervello era danneggiato è stato uno dei primi tipi di studi fatti per capire cosa fanno le diverse parti del cervello” ha spiegato Aamodt.
Un metodo per approfondire queste conoscenze è stato l’uso di stimoli elettrici, usati per operare i pazienti che soffrivano di epilessia. Prima di operare, i chirurghi dovevano assicurarsi di non danneggiare per sbaglio una parte del cervello che andavano a incidere, e che è necessaria per qualche funzione importante, ad esempio il movimento degli arti. Mandavano impulsi elettrici verso le aree intorno al punto in cui intendevano tagliare e chiedevano al paziente cosa fosse appena successo: “Qualcuno rideva e qualcuno ricordava cose molto specifiche, ma nessuno diceva ‘non mi è successo nulla'” ha spiegato ancora Aamodt.
Quindi, anche se questo organo così importante ha ancora i suoi misteri, sappiamo per certo che tutto il cervello, non solo il 10%, è al lavoro. Sappiamo anche che è molto plastico, e autonomo quando si tratta di trovare nuovi percorsi o di aggirare un danno. Rimangono alcuni misteri, per esempio su come si forma e che cos’è la coscienza – però per esempio ora sappiamo cosa succede al cervello quando si muore.
La genesi di questa fake news
È difficile risalire alle origini di questa notizia falsa, che negli anni si è cementificata nel senso comune come poche altre. La maggior parte degli autori scientifici pensa che il mito possa essere ricondotto a un popolare libro di auto-aiuto del 1936, scritto dall’insegnante di oratoria Dale Carnegie: “How to Win Friends and Influence People”. Carnegie ha probabilmente approfondito un concetto già esistente e molto simile, proposto dallo psicologo americano William James nel 1907: era però molto vago, e non citava nello specifico quel 10%. Diceva solo che il cervello aveva potenzialità nascoste.
Comunque questa menzogna sia iniziata, si è diffusa ovunque e rapidamente. Un sondaggio di una decina di anni fa ha rilevato che la metà dei brasiliani crede che si usi solo il 10% del proprio cervello. Un’idea come questa ha trovato terreno fertile tra i guru dell’auto-miglioramento. I social network e internet oggi purtroppo contribuiscono anche alla diffusione delle fake news, ma ci sono anche nuovi strumenti per contrastarle.